Maratona, come migliorare le prestazioni? Ecco i dettagli possono fare la differenza
I particolari, se debitamente curati, possono garantire un certo vantaggio prestativo. I consigli di Orlando Pizzolato sulla maratona come migliorare. Ma sono pochi gli amatori che dispongono del tempo o della voglia di metterli in pratica.
- L’approccio
- I parametri da monitorare
- Peggioramenti prestativi
- La flessione del ginocchio
- Gli esercizi di rafforzamento
- Due minuti in meno
- Il promemoria del maratoneta
- Il protocollo di lavoro
- Non solo running
L’approccio no pain, no gain
Credo che la difficoltà nel prestare attenzione ad alcuni semplici dettagli, pur sapendo che contribuirebbero a farci correre meglio, e quindi anche più veloci, dipenda spesso dalla pigrizia mentale nel dedicarsi ad attività che non implichino la corsa. Conosco alcuni allenatori che, pur autodefinendosi esperti, impongono ai propri allievi carichi di lavoro decisamente (troppo) elevati. Per conseguire poi prestazioni cronometriche modeste, se non in senso assoluto, almeno in relazione al potenziale del soggetto.
La loro preparazione si basa esclusivamente sulla corsa, a loro dire all’insegna della filosofia no pain, no gain: zero fatica, zero risultati. Una simile attitudine io la definirei piuttosto “ammazza e spremi”. Così avevo tradotto a proposito del coach del Bowerman Track Club di Portland Jerry Schumacher. Soleva definire kill and deal l’approccio ad alcuni allenamenti che ho messo in pratica io stesso con l’obiettivo di testare un metodo di sollecitazione neuromuscolare nella programmazione pentagonale.