Chi corre, a qualsiasi livello, dovrebbe imparare a riconoscere il proprio ritmo di corsa. Come rispondere, ad esempio, alla domanda: «A quale ritmo corri il fondo lento?»
Fatta eccezione per i periodi di ripresa da un infortunio, nella quasi totalità dei casi correre a sensazione non è molto utile: non si conosce il ritmo di corsa e si perdono i riferimenti con le distanze e con i tempi.
Per chi si cimenta nelle gare, ma anche per chi svolge allenamenti mirati, un errore di pochi secondi al chilometro, magari proiettato su 10 km, può costare caro in termini di resistenza e di risultato: si rischia di “scoppiare” e dunque di “trascinarsi” alla fine.
L’atleta che non conosce il proprio ritmo di corsa rischia di interpretare male l’allenamento, con pericolo di scarsa tenuta.
Ecco: il podista dovrebbe diventare un metronomo vivente.
Questo atteggiamento deve essere presente anche nei principianti: è un investimento per il futuro! Avere il senso del ritmo aiuta a migliorare, ad affrontare le gare nel modo giusto e a imparare a “sentirsi”.