Recupero attivo e corsa rigenerante

Recupero attivo e corsa rigenerante

Il metodo del “naso bianco”

Ed eccoci al dunque: come eseguire, allora, questa forma di recupero attivo? Fondamentale, innanzitutto, è che l’intero esercizio avvenga in una condizione che, all’interno del metodo di “correre naturale”, definiamo come “naso bianco”. Il runner deve respirare unicamente con il naso per tutta la durata della corsa (all’inizio per aiutarsi può essere utile coprire la bocca con del nastro adesivo chirurgico), prestando attenzione a fare meno rumore possibile. Non deve mai trovarsi, quindi, ad avere “fame d’aria”, il fiatone o una sensazione di affanno. Questa definizione di naso bianco si contrappone alla condizione di “naso nero”, che determina invece un respiro in affanno e rumoroso.

Tra naso bianco e nero noi consideriamo poi una scala di grigi (“naso grigio”), che può essere utilizzata a seconda della tipologia di allenamento scelta oppure in gara. Affidiamoci, quindi, al naso come nostro primo limitatore. Non pensiamo all’orologio, copriamo il quadrante con un cerotto o lasciamolo addirittura a casa, perché, almeno per questa seduta, non ci servirà.

Attenzione al respiro

In questo allenamento ciò su cui dovremo fare affidamento saranno le nostre sensazioni. Iniziamo a correre prestando attenzione al nostro respiro, in modo che sia leggero, silenzioso e “facile”. Se ci ritroveremo a dover forzare la respirazione, proveremo a rallentare ulteriormente il passo o anche a camminare per un po’. La corsa rigenerante deve essere un’esperienza piacevole e, a suo modo, naturale. Man mano che riusciremo a ottimizzare il respiro, presteremo attenzione al resto del corpo. Cercheremo di mantenere la forma di corsa corretta, di essere leggeri in appoggio sui piedi e, ancora, di non forzare, piuttosto di rilassare la muscolatura coinvolta.

All’inizio, forse, questo lavoro richiederà un po’ di pratica, ma col tempo impareremo a goderci le sensazioni della corsa rigenerante e, addirittura, le ricercheremo. Il suggerimento è di praticarla per un minimo di 45’ e non oltre i 60’, poiché questo è il tempo ideale per dare modo al nostro corpo di entrare nel processo di recupero, riattivarsi e godere al massimo dei benefici di questa forma di allenamento.

Pratica che, in realtà, dovrebbe diventare un’abitudine, in quanto questo tipo di corsa non va considerato alla stessa stregua di quegli allenamenti che vengono effettuati solo in alcuni periodi dell’anno, ma un vero e proprio esercizio per la salute e il benessere. Possiamo utilizzare questa metodologia anche più volte alla settimana, a seconda delle necessità e senza il rischio che possa in qualche modo danneggiare l’allenamento o la forma fisica acquisita: se praticata nei modi corretti e per lo scopo per cui è nata, non presenta infatti alcun tipo di controindicazione.

LEGGI ANCHE: Come respirare durante la corsa

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