Piano di allenamento: classico o “modulato”?

Piano di allenamento: classico o “modulato”?

Foto: 123rf

Il programma di lavoro per preparare una corsa può essere organizzato seguendo due metodi, uno più consolidato, per questo definito “classico”, e uno di più recente adozione, il cosiddetto metodo “modulato”. Orlando Pizzolato valuta pregi e difetti di entrambi i sistemi. 

A livello di programmazione dell’allenamento ci sono due scuole di pensiero:

• Il metodo “classico”, che segue le indicazioni dettate dal mitico allenatore neozelandese Lydiard, prevede che la preparazione sia suddivisa in determinate fasi di allenamento; in ogni fase si lavorerà per sviluppare una specifica qualità fisiologica e tecnica;

• il metodo “modulato”, di più recente adozione, prevede che ciclicamente si continuino ad allenare tutte le caratteristiche tecniche e fisiologiche. 

Nel metodo classico (Lydiard) si procede dal lavoro aerobico, nel quale si agisce sulla cosiddetta resistenza di base, e si evolve verso l’apice della condizione di forma attraverso la fase del potenziamento e quella della preparazione specifica (miglioramento del ritmo gara).

Nel metodo modulato, una volta raggiunto un discreto livello di efficienza generale, si procede con moduli regolari di allenamento durante i quali sono presenti tutti i mezzi specifici relativi alla distanza che si sta preparando.

Differenze di tempi e di efficacia

L’allenatore Lydiard prevedeva tempi lunghi di preparazione, tanto che il cosiddetto periodo di costruzione poteva durare due-tre mesi, con la conseguenza di far arrivare l’atleta al picco di forma all’incirca dopo 5-6 mesi dall’inizio della preparazione. Nell’allenamento modulato, invece, si ripete più volte uno schema di lavoro. Di solito, il programma dell’allenamento modulato comprende una seduta di resistenza, una di capacità e una di potenza aerobica, oltre a una sessione di potenza e di capacità anaerobica, che possono essere sostituite da una corsa in salita. Questa serie di 5 sedute è inserita in un modulo di 12-15 giorni.

Partendo dalla considerazione che gli effetti dell’allenamento si deteriorano quando uno stimolo non viene ripetuto con una specifica costanza, il metodo della periodizzazione “alla Lydiard” presenta dei punti di vulnerabilità. Ad esempio, se le sedute di corsa in salita (previste nel periodo di potenziamento), che determinano positivi effetti sulla forza, non vengono mantenute nella pianificazione, questa qualità si deteriora progressivamente, tanto che dopo un mese di mancata sollecitazione i miglioramenti si annullano. Ciò vale anche per altri aspetti tecnici e fisiologici.

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