Piano di allenamento: classico o “modulato”?

Piano di allenamento: classico o “modulato”?

Foto: 123rf

Come i castelli di sabbia

Per rendere l’idea, è come quando, in spiaggia, siamo alle prese con la costruzione di un castello di sabbia. Gli elementi che ci servono per dare forma alla costruzione sono semplici: sabbia e acqua. Per dare consistenza e tenuta alla nostra costruzione si deve modulare correttamente la quantità dei due elementi affinché si possano ben amalgamare. La costruzione di sabbia, ma con poca acqua, si sfalderà e diventerà un mucchio informe. Anche un eccesso di acqua, rispetto alla sabbia, porta a un cedimento della costruzione. Il segreto, per rendere stabile la delicata costruzione, è la regolare manutenzione. La sabbia andrà regolarmente umidificata per evitare che l’essiccazione causi uno sgretolamento. Questa è l’azione che sta alla base della programmazione modulata: una volta raggiunto il desiderato livello di forma, si dovrà agire con adeguati stimoli per il mantenimento dell’efficienza raggiunta, che non sarà però eterna. 

La costruzione a strati

Nel piano di allenamento classico, in sostanza, si procede per strati. Si passa a un livello superiore (strato) dopo aver dato solidità a quello precedente. Lo spessore degli strati tende a essere sempre uguale, ma la sommatoria dei livelli fa innalzare la costruzione fino a quanto si desidera. La programmazione di Lydiard è un metodo di allenamento che richiede pazienza, perché non si svolgono stimoli particolari se non si è completato il livello precedente. Il beneficio di questa pianificazione è che determina una maggior stabilità di rendimento.

Pregi e difetti dei due metodi

Sappiamo che basta saltare qualche seduta di allenamento per ritrovarsi con un calo di forma anche piuttosto sensibile. La scelta di quale sia il metodo più funzionale da applicare dipende quindi dal tipo di attività agonistica. Chi partecipa spesso a competizioni dovrà prediligere la programmazione modulata, considerando che la gara stessa rappresenta uno stimolo allenante. Ad esempio, una gara di 10 km agisce a livello della soglia anaerobica e quindi nella programmazione va annullata la seduta di ripetute lunghe (2-3 km). Il metodo di allenamento di Lydiard non prevede di gareggiare frequentemente, se non nel periodo agonistico. Tuttavia, si può partecipare a qualche competizione (sempre come occasione di stimolo organico e muscolare), ma il metodo dell’allenatore neozelandese richiede di dare priorità alla preparazione in sé: in pratica, non si devono anticipare i tempi della preparazione nell’intento di partecipare e ben figurare a una gara non programmata.

Un compromesso “stagionale” 

Gli amatori, in genere, prediligono il metodo modulato proprio per la maggior libertà di gareggiare, ma si può anche considerare l’idea di seguire il metodo di Lydiard durante l’inverno (visto che è ridotta la possibilità di gareggiare) e seguire il metodo modulato nella seconda parte della stagione, dalla primavera in avanti.

Si deve anche considerare che, per quanto ci si prodighi nel tentativo di mantenere a lungo la forma, la massima condizione non può durare. Ogni podista, forte o meno, vive l’evoluzione di un castello di sabbia, destinato a durare per un periodo limitato di tempo.

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