“Utmb Ushuaia”: due road-runner al debutto nell’ultra trail  

“Utmb Ushuaia”: due road-runner al debutto nell’ultra trail  

Foto: Sartoria Fotografica

La “Fine del mondo” sta per… cominciare.

Prende il via sabato 6 aprile l’ultra-trail “Utmb Ushuaia”, 50 km con 3.000 m di dislivello positivo nella parte argentina della Terra del Fuoco.

Questa prima edizione è l’obiettivo finale di un progetto di allenamento e promozione della corsa in natura denominato “Correre è la fine del mondo”, un’idea della blogger Carlotta Montanera (Runningcharlotte) supportata da noi di Correre come media partner in collaborazione con il TCR (Trail Running Coaching) di Fulvio Massa e Simona Morbelli.

Sotto la loro guida tecnica, Carlotta e la giornalista Francesca Grana, nostra collaboratrice, hanno affrontato in questi ultimi mesi la preparazione per la propria prima gara di ultra-trail, un’esperienza di allenamento raccontata sulle  pagine di Correre nei numeri di marzo e aprile. 

Con Fulvio Massa abbiamo fatto il punto a pochi giorni dal via.

Due preparazioni diverse

«Due percorsi molto differenti – precisa subito il nostro coach -. Carlotta ha fatto un ottimo lavoro, crescendo molto, fino ad arrivare al secondo posto nella prova da 37 km del Chianti Ultra Trail (23 marzo), un percorso molto corribile, sul quale ha potuto e saputo sfruttare le sue qualità da podista. 

Parte per Ushuaia con un’ottima preparazione e buone possibilità di finire la gara con soddisfazione.»

«Francesca, poco dopo l’inizio della preparazione, ha dovuto fare i conti con una tendinopatia del tendine d’Achille. Uno dei nostri principi, però, è che se si verificano degli imprevisti, si cercano soluzioni. Per Francesca è stata quindi messa a punto una sorta di piano B, in cui la forza muscolare è stata mantenuta con uscite in bici e sedute in palestra e l’endurance è stata allenata con la combinazione di bici e trekking veloce, nel quale ha raggiunto un’autonomia di otto ore di lavoro. Nel frattempo è stato curato con attenzione il tendine d’Achille riportandolo alla piena efficienza. Si è così evitato un decadimento importante della condizione: la resistenza organica di base è stata mantenuta e alimentata grazie al cross-training, che ci ha permesso di attraversare in modo attivo la fase di guarigione dall’infortunio affrontando percorsi paralleli e convergenti.»

«Nei prossimi giorni è prevista una call-conference a quattro, durante la quale Simona Morbelli e io cercheremo di fare un ultimo punto della situazione, analizzando i dettagli tecnici del percorso e cercando di dare a Carlotta e Francesca consigli personalizzati sull’interpretazione della gara.»

Utmb… alla ‟Fin del Mundo”

Debuttanti, almeno nell’ultra trail running, sono dunque le due protagoniste del nostro progetto di allenamento, ma debuttante è anche la prova: l’Utmb Ushuaia vive infatti la propria prima edizione, pur con uno dei migliori imprinting di cui si possa disporre, quel marchio Utmb (Ultra Trail du Mont Blanc) dietro cui si cela la macchina organizzativa della grande kermesse di fine estate attorno al Monte Bianco, diretta da Catherine Poletti.

Ushuaia, in Argentina, è considerata “la città più a sud del mondo”. Da lì partirà, sabato 6 aprile, la gara di 50 km con 3.000 m di dislivello positivo, con altitudine minima sul livello del mare e massima di 1.100 m +. Lo studio del profilo altimetrico vede i primi 5 km facili, poi comincia la salita più importante della gara con 1.000 m di dislivello in circa 5 km di tracciato, praticamente un “chilometro verticale”! Poi un tratto in quota caratterizzato da continui saliscendi e infine dal 25° al 50° chilometro un tratto relativamente piatto.

«La gara è nettamente divisa in due “sotto-gare” – spiega Massa -: i primi 20-25 km sono di stampo decisamente “tecnico” con sentieri scoscesi appesantiti da massi, tratti ripidi in salita e in discesa, condizioni in cui può essere d’aiuto la confidenza con il mondo della montagna. Problemi di quota vera e propria, comunque, non ce ne dovrebbero essere, visto che l’altitudine massima è di poco sopra ai 1.000 m sul livello del mare.»

«La seconda parte è invece molto più corribile e quindi è più adatta alle caratteristiche podistiche delle nostre due atlete.»

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