“Se eravamo pronti a portare a termine la maratona in questo fine settimana, vuol dire che abbiamo già concesso al nostro corpo quella fase di decrescita del carico che ci ha restituito freschezza. Da lì si riparte.» Ecco i consigli del direttore di Correre, personal trainer di molti podisti.
«In pratica, facciamo la fotocopia delle ultime tre settimane e ci ripresentiamo al via di una maratona alla fine di questo mese o subito all’inizio del successivo.»
Alla domanda su “Come utilizzare la forma che si era raggiunta per correre una maratona domenica primo marzo”, Orlando Pizzolato sembra avere la risposta “in canna”, già elaborata e sintetizzata, segno probabile che anche tra gli appassionati di cui segue l’allenamento c’era chi era pronto per partecipare alle 42,195 km di Bologna o di Tokyo.
«Tra l’altro ci va più che bene, perché in quel fine marzo-inizio aprile avremo a disposizione grandi appuntamenti italiani dove in ogni possibile andatura è facile trovare compagnia, amici avversari con cui correre tutta la gara, squadre di pacemaker solide e altrettanto solida organizzazione. Penso a Roma (29 marzo), a Milano (5 aprile), ma anche a Rimini (22 marzo), Cividale del Friuli o Treviso (29 marzo).»
È corretto dire che “aggiungiamo un ulteriore micro-ciclo”?
«È esatto. Se eravamo pronti a portare a termine la maratona in questo fine settimana, vuol dire che abbiamo già concesso al nostro corpo quella fase di decrescita del carico che ci ha restituito freschezza.»
«Da lì si riparte: in queste settimane dovremo effettuare di nuovo un “lungo” e un “ritmo maratona”. Attenzione: la nostra forma calerà di nuovo e di nuovo ci sentiremo appesantiti e stanchi, ma questa è la base fisiologica che permette di innestare il meccanismo della “super-compensazione”, che è uno dei fondamenti dell’allenamento, perché ci restituisce una condizione di forma maggiore di quella precedente.»
«Consiglio anche, in queste tre settimane, magari di partecipare a una mezza maratona. Certo, non per puntare al personale, ma per ritrovare stimoli di brillantezza nell’azione di corsa e per evitare la noia di un altro allenamento abbastanza lungo da soli o con pochi compagni di squadra.»
Tutto questo programma può essere adottato anche da chi la maratona l’ha appena fatta nel mese di febbraio?
«… sì, a patto che si abbia un po’ più di pazienza. Chi ha corso, per rimanere agli ultimi casi, alla “Verdi marathon” o a Carrara (le due maratone di domenica 23 febbraio, ndr), dovrà prima concedersi quello scarico e smaltimento di tossine che chi, invece, era già pronto per Bologna ha già effettuato. Ma in generale, si può fare, anzi: se la nostra mente non ha sofferto particolarmente la preparazione, è abbastanza frequente, negli amatori che seguo, che la seconda maratona vada meglio della prima, se affrontata, ripeto, con la dovuta pazienza.»
Un po’ come fanno, a volte, i top runner?
«In questa situazione, noi amatori, mi ci metto anch’io, siamo avvantaggiati rispetto ai top runner: non raggiungiamo mai uno stato di forma che vada più in alto del 90-94%, è la verità. Questo perché la vita ha la precedenza, con i suoi imprevisti e i ritmi quotidiani che producono stanchezza. Quante volte sento dire dai podisti che alleno: “Avrei avuto bisogno di altre due settimane”! Il vantaggio è che questa condizione di forma non massimale ci rimane attiva anche per un paio di mesi e abbiamo quindi tutto il tempo per sfruttarla».
«Il top runner, invece, raggiunge una forma davvero apicale a ridosso della gara, arriva sul serio al suo 100%, ma proprio per questo ha a disposizione poche settimane per sfruttarla, prima di dover decrescere, scaricare e re-impostare un altro programma di allenamento. Ricordo che Renato Canova, in circostanze simili (gara saltata all’ultimo momento, ndr), ai maratoneti keniani che stava allenando faceva fare subito 40 km a ritmo maratona.»
Ai lettori: l’argomento di questo contenuto è stato trattato anche nella puntata di domenica primo marzo di “Personal Best”, la trasmissione di Silvio Lorenzi e Ivana Di Martino in onda su Radio 24, con ospiti l’allenatore Fabio Vedana e Daniele Menarini.