Infertilità: e se il problema fosse alimentare?

Infertilità: e se il problema fosse alimentare?

L’efficienza della nostra fertilità e delle nostre prestazioni è una conseguenza diretta del nostro stato alimentare. Prima di ricorrere a qualsiasi medicinale, quindi, è necessario ragionare sul proprio stile di vita. Per poi compiere una scelta consapevole.

Su Correre di novembre il Dott. Luca Speciani ci spiega che un problema comune a molte atlete in età fertile è la scomparsa delle mestruazioni, spesso preceduta da periodi più o meno lunghi di irregolarità (cicli molto lunghi o molto brevi, dolorosi, perdite intermestruali, flusso abbondante con conseguente anemia eccetera).

Basta d’altra parte anche solo ragionare un poco per capire che l’infertilità è una risposta naturale evolutiva dell’essere umano, che “si protegge” da una gravidanza nel momento in cui non ha risorse nutritive sufficienti a disposizione. Come sfamare due bocche quando non ne abbiamo a sufficienza per una? Madre natura sospende per qualche tempo la possibilità di procreare, lasciando inalterata per il futuro la possibilità di farlo ancora, una volta ripristinate le condizioni ideali.

Le donne amenorroiche (senza ciclo) sono di solito anoressiche (benché ovviamente possano esservi altre cause), mentre le donne con irregolarità mestruali, endometriosi, policistosi ovarica sono molto spesso “sempre a dieta”: non raggiungono mai la completa copertura del loro fabbisogno nutrizionale o saltano i pasti, per dimagrire o per colpa dello stress eccessivo.
La soluzione sta spesso nel semplice ripristino di una nutrizione regolare, normocalorica, normoproteica e qualitativamente valida.

La cura che viene proposta in prima battuta a una donna con problemi di irregolarità mestruali è l’utilizzo della pillola anticoncezionale. Poiché il sistema della fertilità non funziona bene, si tende a cancellarlo con una bomba ormonale che ha diversi possibili effetti collaterali. Ma alle pazienti che ricevono prescrizione della pillola (o degli anelli, o delle spirali medicate) andrebbe spiegato che con quel potente farmaco l’ovulazione viene soppressa. Il ciclo non è un vero ciclo. Il fulcro dell’attività biologica della donna viene cancellato.

Un medico di segnale tenderà a eliminare la pillola, valutando con la paziente i sintomi. Sulla base di quei sintomi e dopo aver ripristinato un’alimentazione adeguata, lavorerà alla rimozione di eventuali altre cause (ad esempio l’equilibrio glicemico in chi soffra di policistosi). L’efficienza della nostra fertilità è una conseguenza diretta del nostro stato alimentare. Chiunque lo neghi sta ignorando la più potente arma di riequilibrio di cui potrebbe disporre nei confronti della paziente che ha in cura e della cui salute si è assunto la responsabilità.

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