Il trail si evolve: ecco il ranking internazionale

Il trail si evolve: ecco il ranking internazionale

IL 3 settembre 2012, a Courmayeur, 150 delegati (organizzatori, atleti, brand e giornalisti) provenienti da 18 diversi paesi di tutto il mondo diedero vita al primo raduno internazionale di trail running. Sulle basi di questa esperienza si decise democraticamente di creare 5 gruppi di lavoro, con l’obiettivo di realizzare un primo statuto internazionale del trail.  Dal prodotto di questi gruppi di lavoro, nel luglio 2013 nacque l’International Trail Running Association con presidente Michel Poletti (ideatore dell’Utmb, Ultra Trail du Mont Blanc).

In qualità di presidente, il francese Poletti iniziò immediatamente il lungo iter burocratico per fare in modo che la Iaaf (Federazione mondiale di atletica) riconoscesse ufficialmente il trail running come disciplina dell’atletica leggera, obiettivo raggiunto nel 2015.

INTERNATIONAL RANKING

È stato creato un algoritmo di calcolo (performance index) che attribuisce un punteggio a tutti gli atleti (attualmente circa 642.000) che hanno portato a termine una gara trail riconosciuta dall’Itra (attualmente 7.601). Il performance index, grazie a un algoritmo che prende in considerazione chilometraggio e dislivello del percorso di gara, individua un tempo teorico ottimale e gli assegna 1.000 punti. In base a questo tempo vengono calcolati tutti i punteggi degli atleti, giunti al traguardo in quella corsa.

Esempio: nell’Utmb 2014 (167,7 km9.625 m D+), François D’Haene, vincendo con il tempo di 20:11’44” ha totalizzato 935 punti, avvicinandosi parecchio al tempo ideale teorico. Il performance index si basa esclusivamente sul riscontro cronometrico dell’atleta, senza prendere in considerazione il piazzamento o il numero di top runner presenti all’evento.

Un algoritmo certamente criticabile e perfezionabile, ma che ha permesso la creazione di un enorme database aggiornato e di realizzare un vero e proprio trail-ranking, un po’ come nel tennis. Il ranking viene calcolato prendendo in considerazione le 5 migliori prestazioni di ogni singolo atleta, ottenute nell’anno in corso e nei precedenti due, generando un punteggio complessivo: un lavoro davvero certosino! 

Per saperne di più leggi l’articolo di Luca Revelli pubblicato su Correre di giugno

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