E facciamoceli, per una volta, questi conti in tasca! Ha senso spendere di più per stare meglio? I cibi che costano di più danno un reale beneficio in termini di benessere e salute? Proviamo a fornire qualche elemento per compiere scelte il più possibile consapevoli.
La rivista Agriregioniruropa riporta che la densità energetica degli alimenti (calorie per grammo) risulta inversamente proporzionale al prezzo (per caloria): più un cibo è “carico” e meno costa. Una dieta con cibi infarciti di zuccheri e grassi risulta, insomma, economicamente più conveniente. Mentre frutta e verdura rimangono tra i cibi più costosi, il prezzo di quelli fortemente zuccherini scende sempre più, per ingolosire gli strati della popolazione con minore disponibilità economica. Ci sono anche ulteriori elementi che aumentano il costo del cibo, come la destrutturazione dei pasti. I pranzi di lavoro, quelli volanti consumati al bar o addirittura i sostituti dei pasti fanno impennare l’esborso. E spesso sono associati a una povertà nutrizionale che chiederà di essere compensata al pasto successivo, magari inducendo a una cena troppo carica.
Occorre ricordare che una dieta equilibrata e completa permette un notevole risparmio sui costi sanitari derivanti da un’alimentazione scorretta per difetto o per eccesso. Ma come diventare più sani, più produttivi e meno spendaccioni? Scegliamo meglio, leggiamo di più e prendiamoci il giusto tempo per ponderare gli acquisti: spendere qualcosa di più su cibi freschi, non manipolati, cotti in modo semplice e conditi con olio extravergine si rivelerà il migliore investimento su noi stessi.