Primavera. In questo periodo è frequente vedere atleti che si soffiano continuamente il naso, starnutiscono, hanno gli occhi gonfi. Le prestazioni, come è possibile immaginare, in quelle condizioni si abbassano e ogni uscita all’aria aperta, dove imperano i pollini, diventa un’avventura dalla quale non si sa se si uscirà vivi. I rimedi comuni per questo tipo di patologia, ove non si voglia seguire la via alimentare, sono gli antistaminici o i cortisonici, che hanno una discreta efficacia momentanea nello spegnimento dei sintomi. Purtroppo hanno entrambi forti controindicazioni.
Se infatti l’uso di un antistaminico è, come dice il nome, volto a contrastare gli effetti dell’istamina (molecola messa in circolo dalla mastcellula quando entra in contatto con l’allergene incriminato, responsabile della maggior parte dei sintomi reattivi), contemporaneamente il farmaco spegne anche la nostra vitalità e reattività, tanto da essere talvolta inconsciamente usato come ansiolitico.
La soppressione dei sintomi
I medici più attenti sanno bene, infatti, che se non prescrivono più un antistaminico a un paziente ansioso devono preoccuparsi anche di dargli una qualche “copertura” con altri principi attivi, magari naturali, se non vogliono rischiare possibili ricadute. In altre parole, l’antistaminico rallenta i nostri riflessi e la nostra reattività agli stimoli, tanto da meritare la raccomandazione sul foglio illustrativo (che nessuno poi rispetta) di non guidare l’automobile sotto i suoi effetti. A parte dunque il consiglio di guardare bene a destra e a sinistra quando attraversiamo la strada a primavera, possiamo facilmente immaginare cosa significhi gareggiare o allenarci sotto antistaminico.
Una risposta allergica va sempre intesa, nella medicina di segnale, come un tentativo dell’organismo di liberarsi di un carico esagerato di allergeni. L’accumulo di metaboliti, allergeni, inquinanti, tossine di cui il corpo cercava di liberarsi, dovrà cercare un’altra via di sfogo. Quella che era originariamente un prurito, un’orticaria, una dermatite, richiederà interventi di eliminazione più incisivi: tosse, starnuti, produzione di muco, diarrea. Poiché tutte queste funzioni reattive sono mediate dal sistema immunitario, ecco l’idea: abbattere le risposte del sistema immunitario con cortisonici. E il pasticcio è fatto.
Il cortisone, infatti, abbassa l’attività del sistema immunitario (come mezzo con cui ridurre i sintomi allergici) ma allo stesso tempo genera riduzione della massa muscolare, ritenzione idrica, deposito addominale di grasso, ipertensione, diabete. Un insieme di buoni motivi per limitarne l’assunzione ai soli casi disperati. Nessun atleta degno di questo nome può permettersi di usare cronicamente antistaminici e cortisonici.
E dunque che fare? Ce lo spiega su Correre di aprile il Dott. Luca Speciani partendo dall’alimentazione che, se adeguatamente corretta, può ridurre o anche completamente cancellare i sintomi dell’allergia.