Uno studio e alcune riflessioni sulla saggezza e sulle straordinarie risorse del nostro sistema mente-corpo. Su Correre di settembre insieme a Pietro Trabucchi cerchiamo di capire se e come siamo in grado di adeguarci alla fatica attraverso strategie di conservazione della forza, in situazioni in cui è richiesta una resistenza prolungata.
A partire dal 2009 fino al 2014, l’Università di Verona ha utilizzato il Tor des Geants per produrre una serie di studi scientifici innovativi: ricerche sull’adattamento dell’uomo alle ultramaratone, allo stress estremo e all’ambiente di alta montagna.
Quegli studi hanno gettato le basi per altre indagini che hanno cambiato e stanno cambiando il mondo della preparazione alle ultramaratone.
Negli anni sono uscite ricerche che hanno affrontato il legame tra fatica del sistema nervoso, equilibrio e probabilità di infortuni; oppure tra la capacità di regolare il ritmo di corsa in base alla distanza e la conseguente protezione da danni cellulari e muscolari; o, anche, tra sforzo, deprivazione da sonno e alterazioni nel funzionamento cerebrale e tra fatica muscolare e cambiamenti nella funzionalità respiratoria.
L’ipotesi formulata in uno degli ultimi studi a riguardo potrebbe essere quindi la seguente: il corpo è in grado di apprendere e attuare in modo istintivo delle strategie che gli consentono di diminuire il dispendio di forza. A patto che il cervello e il sistema nervoso (che è l’agente di questo apprendimento strategico) siano efficienti. Altrimenti, regredisce a modalità più arcaiche di gestione. Incredibile come cervello, stato mentale, costo energetico e metabolismo siano intrinsecamente legati e si influenzino a vicenda: alla faccia di chi pensava che mente e corpo fossero qualcosa di separato.
Quali sono le indicazioni pratiche e concrete che possiamo ricavare da tutti questi studi? “Io credo che l’insegnamento fondamentale riguardi l’utilità dei lavori lunghi – spiega Trabucchi –è lì che consentiamo al sistema nervoso e al corpo di apprendere in salita tutte quelle micro-strategie che consentono diventare più efficienti da un punto di vista energetico. E, siccome gli allenamenti lunghi comportano anche le discese, permettono di tenere allenato specificamente quello che sembra essere uno dei maggiori fattori limitanti della prestazione in gare lunghe: la contrazione muscolare eccentrica tipica della discesa”.