Ricominciare a correre: un’emozione da farfalle nello stomaco

Ricominciare a correre: un’emozione da farfalle nello stomaco

E poi, quasi senza accorgertene, ti ritrovi lì, nella tua stanza davanti allo specchio, a provare mille combinazioni differenti. “Troppo colore, sembro un pagliaccio”. E via, un lancio e tutto finisce sulla sedia. “No, questa non mi sta più bene, guarda come tira”. Hop, archiviamo anche la prossima scelta, allora, che è una taglia in meno e l’avevi lasciata nell’armadio in un impeto di ottimismo… “Ma così non rischio di avere freddo?”. Perché d’accordo il voler essere femmine in ogni situazione, però con la nebbiolina gelata non si può osare il troppo corto. Comunque altroché infila la prima cosa che trovi ed esci, è maledettamente complicato prepararsi e sentirsi a proprio agio per questo appuntamento che segna un nuovo inizio: ricominciare a correre.

Perché ci tieni, eccome se ci tieni. Forse perché è da tanto che non ti capitava, da troppo. Ma adesso, al solo pensiero di ricominciare a correre, è finalmente tornata quell’emozione, quello sfarfallio nello stomaco. Perché è vero che non essendo propriamente una novellina sai già cosa ti aspetta, ma quando succede è meraviglioso, perché quell’attesa prima dell’incontro, che un po’ ti fa ansia e un po’ addirittura paura, è pur sempre un’emozione profonda, che sa scuoterti e richiamare a galla la parte più coraggiosa e spensierata di te stessa, insieme al tuo io più audace e sfrontato.

Non sei completamente soddisfatta di quello che hai scelto, nemmeno del trucco e parrucco, ma con qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di blu, come una sposa, riesci finalmente a uscire. Sei in anticipo, molto in anticipo. Ma ti conosci e non ti godresti appieno il momento se dovessi fare tutto in fretta e furia. Così hai tempo per un caffè, per concentrarti e poi… per trovare una toilette. Sarà colpa della tazza di tè formato magnum che bevi sempre di prima mattina, ma più probabilmente dell’emozione che ti strizza lo stomaco, ma è un continuo “vabbè, anche questa è fatta“. Per fortuna che porti con te un necessaire che nemmeno per un viaggio transoceanico, ma c’è tutto l’occorrente per essere perfetta anche dopo più visite a un bagno pubblico.

Guardi l’orologio, adesso manca davvero poco. Nemmeno dieci minuti, massimo quindici se sarà in ritardo. Ed è lì che cominciano le vere paturnie. “No, non dovevo, l’ultima volta è stato uno strazio alla fine, ricordatelo. E non è che nel frattempo sei diventata un’altra donna. Sei sempre tu, con i tuoi limiti e i tuoi difetti.” Però questa volta forse sarà diverso. E’ la speranza che accompagna ogni sforzo, ogni nuovo inizio dopo lunghe pause forzate, perché, in fondo, anche se ti ha spezzato il cuore (e mandato a farsi friggere un legamento), la corsa rimane un amore unico. Che non ti tradisce mai, se la rispetti e se rispetti te stesso, abbandonandola quando ti farebbe più male che bene, ritornando nel suo flusso quando sei pronto, fisicamente e psicologicamente, per ricominciare a correre.

Il mio nuovo start è stato con una 5 km, camminando dietro a un unicorno. Di buon auspicio per un futuro da runner che non rinuncia mai ai suoi sogni.

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