Plantari per correre: 7 cose che (forse) non sai

Plantari per correre: 7 cose che (forse) non sai

Foto 123rf

Sarà perché non si vede, sarà perché continua a essere accompagnato da troppa confusione, il plantare per correre fa storcere il naso ancora a molti runner. Ecco allora sette domande e altrettante risposte per risolvere ogni dubbio.

  1. La corsa esalta i difetti di appoggio?
  2. Quanto “pesa” l’età del runner?
  3. Il plantare può essere parte della terapia medica?
  4. Da dove arrivano tutti questi dubbi sul plantare per correre?
  5. Che dire sulle scarpe tuttofare?
  6. La tecnologia gioca a favore del corridore?
  7. Come orientarsi nel mercato dei plantari per correre?

Sull’utilità o meno di utilizzare delle ortesi plantari per correre c’è ancora poca chiarezza. Cerchiamo allora di mettere a fuoco e rispondere alle domande e ai dubbi più frequenti tra i runner.

1. La corsa esalta i difetti di appoggio?

Certo. Aumentando il carico applicato e la velocità del gesto motorio un difetto trascurabile in relazione al cammino può diventare significativo se effettuato durante la corsa. In quest’ultima, peraltro, le strutture fasciali, tendinee e muscolari sono molto impegnate da un punto di vista prestativo e un gesto ripetuto migliaia e migliaia di volte con lo stesso schema può creare situazioni di particolare stress. 

2. Quanto “pesa” l’età del runner?

Le strutture anatomiche come tendini e muscoli perdono elasticità con il passare del tempo, il che vuole dire che le possibilità di compenso spesso legate a un extra allungamento eccentrico vengono progressivamente meno, mentre aumenta la possibilità di infortunio a fronte di una minore adattabilità. Se è vero che talune esercitazioni specifiche possono rallentare questa involuzione, rimane una lotta controcorrente. 

3. Il plantare può essere parte della terapia medica?

L’utilizzo di un plantare parte sempre o quasi da lì con esperienze più o meno valide. Questo succede perché il plantare per correre evoluto, che funziona cioè al meglio nella corsa, deve essere un vero e proprio sussidio tecnico e tecnologico. Le vie di mezzo sono fuorvianti. Il plantare generico per la metatarsalgia di chi ha problemi nell’andare a fare la spesa non assolve funzioni biomeccaniche con elevato carico come quelle della corsa. 

4. Da dove arrivano tutti questi dubbi sul plantare per correre?

Nascono dagli insuccessi legati a una scarsa tecnologia. Chi farebbe una maratona dopo dieci allenamenti? Se è normale pensare che questo sarebbe una follia, dovrebbe essere altrettanto scontato avere lo stesso pensiero sull’utilizzare un plantare realizzato empiricamente per fare 42 km di corsa! Quando gli insuccessi si sommano, i dubbi possono diventare per molti delle ferme convinzioni. La risposta a tali incognite passa attraverso lo studio della biomeccanica, del controllo del movimento e dei materiali per realizzare con le migliori tecnologie ortesi plantari per correre altamente prestative. 

corsa correre

5. Che dire sulle scarpe tuttofare? 

Essendo l’unico vero attrezzo del podista, la calzatura dovrebbe fare sempre la differenza. Spesso non è così: la scarpa giusta può essere utile, ma non sempre sufficiente. Il plantare può essere visto come il completamento integrativo della calzatura da un punto di vista biomeccanico. Le scarpe ad azione mirata come quelle antipronazione possono compensare piccoli difetti, ma in molti casi sono palesemente insufficienti. Il mercato della calzatura è per ora poco sensibile all’integrazione plantaristica e allo stesso tempo non percepisce ancora che il futuro sarà inevitabilmente quello della scarpa personalizzata, uno strumento dedicato allo sport di livello. Verrà giocata in quel campo l’egemonia commerciale del futuro.
La scarpa generica sarà considerata un’“entry level”.

6. La tecnologia gioca a favore del corridore?

La forza si può trasmettere meglio e con meno dispersioni se l’interfaccia piede/superficie di appoggio è speculare. Siccome il sistema non può essere rigido e una dispersione è inevitabile bisogna fare in modo che il dinamismo sia controllato per evitare tempi ed escursioni inutili. Le moderne pedane che quantificano i tempi di appoggio e la forza espressa dimostrano con numeri alla mano tali considerazioni. La ricerca del miglioramento in tal senso è a tutt’oggi possibile e la via del plantare per correre percorribile. In questi casi il supporto tecnologico dei sistemi cad-cam diventa irrinunciabile. 

7. Come orientarsi nel mercato dei plantari per correre?

Lo definisco spesso una giungla dove è difficile sapersi orientare. Purtroppo il solo termine “plantare” non definisce in modo esauriente l’oggetto in questione. Se tutti sanno che esistono le autovetture e tra di esse le utilitarie e quelle da corsa, il plantare per i più è una soletta da inserire nella calzatura e anche per il fatto che non si vede, risulta più difficilmente identificabile. La definizione di plantare cad-cam fa già una discreta selezione. Si può partire da lì. Un po’ come si fa con i vini quando si parla di DOCG.

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