Da dove vengono gli infortuni

Da dove vengono gli infortuni

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Da dove vengono gli infortuni in cui incappano i runner di oggi? E quali sono i primi passi da compiere per imparare a correre davvero, senza incidenti e traendone veri benefici? Daniele Vecchioni illustra qui le principali cause degli incidenti, le basi da porre e le capacità da esercitare, per acquisire una tecnica corretta e far sì che non accadano più.

Due motivi alla base

L’essere umano non dovrebbe infortunarsi correndo: si tratta della nostra naturale forma di locomozione, quindi che senso avrebbe danneggiarci? Non c’è nulla di naturale o normale in ciò. Due motivi sono alla base della maggior parte degli infortuni: il non avere un corpo che si possa permettere di correre e il non saper correre. Il primo caso comprende un ampio spettro di casistiche, riassumibili in due categorie: chi ha perso gli adattamenti necessari alla corsa e chi con gli allenamenti sta chiedendo troppo al suo corpo.

Riadattarsi alla corsa

Cominciamo dalla prima ipotesi. Correre dovrebbe essere naturale, ma come abbiamo detto molte volte siamo noi a non poterci più considerare esseri umani naturali. Per chi oggi cresce in uno dei paesi industrializzati, infatti, è facile che manchino i giusti stimoli a un sano e corretto movimento quotidiano. Tuttavia molti, quando decidono di dedicarsi al running come sport o come attività fisica regolare, difficilmente si rendono conto che negli anni il loro organismo si è reso inadatto a questa attività. Spesso si comincia nella totale inconsapevolezza che serva un corpo per correre, perché quest’ultimo sembra un gesto molto semplice. Questo è il modo di pensare che nel tempo porta alla comparsa dei primi dolori o infortuni.

Se si pretende troppo

Nella seconda ipotesi invece ci troviamo di fronte a persone che hanno mantenuto un fisico adatto alla corsa. Anche questo però non rende invincibili. Per quanto infatti il gesto sia più o meno lo stesso a prescindere dalla velocità, dobbiamo realizzare che andare a 6’/km piuttosto che a 4’/km sottopone l’organismo a due tipi di stress completamente diversi. È il motivo per cui molti runner si ritrovano ad avere fastidi o a cercare di capire da dove vengono gli infortuni. Probabilmente hanno cercato di aumentare distanze e/o velocità senza un programma corretto o senza lasciare al corpo il tempo di attuare gli adattamenti. Un caso classico è rappresentato da quelle situazioni in cui ci iscriviamo a una gara che richiede un tempo di preparazione per noi più lungo di quello concesso dalla data dell’evento.

Muoversi nel modo giusto

Veniamo alla seconda grande causa di infortunio: il non saper eseguire il gesto motorio corretto definibile corsa. È errato infatti il pensiero comune secondo cui ognuno ha un suo modo di correre e che vada bene così. Esiste certo un livello di personalizzazione nel movimento, che deve però rispettare alcuni parametri. La corsa è un gesto naturale e ci sono un modo più efficiente di eseguirla e una tecnica corretta, che possono essere mantenuti se cresciamo in un ambiente che incoraggia il movimento, ma che vengono per forza persi quando assumiamo abitudini e condizionamenti contrari allo sviluppo di un corpo adatto a correre. In questo caso l’organismo, oltre ad avere smarrito i necessari adattamenti a livello di muscoli, tendini, articolazioni eccetera non è più in grado di coordinarsi per eseguire il giusto gesto tecnico. In sostanza, non c’è un’applicazione ottimale dei quattro fondamentali pilastri della tecnica del running: postura, ritmo, relax e appoggio del piede. Se uno o più di questi pilastri non è presente o è applicato in modo sbagliato la tecnica non potrà essere definita adeguata e la pratica non ci porterà tutti i benefici che sarebbe in grado di donarci.

Leggi anche: Guarire da un infortunio, la fretta non paga

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