Restare in forma: come stabilizzare e mantenere uno stato magari faticosamente raggiunto? Orlando Pizzolato fornisce gli step da seguire per consolidare i miglioramenti nella corsa anche nei periodi di assenza dalle gare.
Molto spesso, dice Pizzolato, la mancata correlazione tra possibilità e prestazione va infatti ricercata alla voce “adattamenti”. Si tratta, in sostanza, di miglioramenti a livello di efficienza organica e rendimento muscolare che si verificano nel nostro corpo in seguito agli stimoli dell’allenamento. Quante volte deve essere ripetuta la stessa seduta perché siano efficaci? Non c’è un’unica risposta, perché alcuni aspetti fisiologici hanno peculiarità diverse a seconda del tipo di seduta e del periodo di lavoro.
Riprogrammare aiuta
Più uno stimolo si ripete, maggiori sono gli adattamenti. Sostenere una sola volta allenamenti specifici non serve. Il mantenere la forma nel tempo avviene per fasi, con progressi contenuti nella prima parte della preparazione e miglioramenti netti all’avvicinarsi della gara.
Le sedute vanno ripetute più volte nella prima fase della tabella, quando si lavora sull’efficienza aerobica, cioè nel periodo della corsa lunga, dei medi, delle ripetute alla soglia e delle salite per la forza muscolare specifica.
Il punto debole di un runner sono quasi sempre la corsa media e il muoversi alla velocità della soglia anaerobica. Un buon adattamento si manifesta nella capacità di gestire bene lo sforzo, ovvero quando i muscoli producono velocità con poche energie e un basso impiego di ossigeno. Inoltre, si corre meglio quando si è rilassati e decontratti, caratteristiche che si perfezionano con la pratica. Se a fine seduta lo sforzo è stato intenso l’allenamento andrebbe ripetuto più volte. Non c’è un numero preciso, bisogna basarsi su fattori come le sensazioni, il riscontro cronometrico o la frequenza cardiaca.