Le conseguenze negative della corsa con i piedi verso l’esterno
Vediamo ora nel dettaglio gli effetti negativi legati alla extrarotazione del piede:
– un lavoro alterato in stiramento del tendine di Achille, con possibilità di fenomeni involutivi dei tessuti di collagene che lo compongono: la tendinite, con possibilità di evoluzione in tendinosi, è spesso in agguato;
– un eccessivo carico mediale con stress della fascia plantare, che può portare a sofferenze del tendine e dell’abduttore dell’alluce e nel tempo a spine calcaneari;
– un iperstiramento del tendine del tibiale posteriore con possibili conseguenze negative sullo stesso tendine o sulle sue inserzioni. In quest’ultimo caso sono noti episodi di fratture da fatica con tempi lunghi di guarigione;
– la possibilità di una deviazione in valgo dell’alluce per il carico eccessivo sopportato dall’articolazione metatarso-falangea del primo raggio;
– sovraccarico del secondo raggio del piede, con metatarsalgie e fratture da fatica.
Come agire e prevenire
Lo schema motorio della corsa con i piedi verso l’esterno è il risultato di una situazione anatomica consolidata e qualsiasi tentativo di autoimporsi una correzione non funziona. Anzi, l’autocorrezione potrebbe causare una serie di effetti negativi anche in corrispondenza di altre parti del corpo. Non va invece trascurata la mobilità dell’anca, in particolare il suo movimento di intrarotazione. Gli esercizi di stretching per esercitare tale proiezione vanno praticati con perseveranza per ottenere una buona articolarità.
Le possibilità di prevenire le situazioni di sovraccarico funzionale sopra elencate sono legate all’adozione di un sussidio ortesico. Quelli dell’ultima generazione, elaborati con leggerissimi materiali in EVA a tre densità, hanno la capacità di inserirsi nello schema motorio senza effetti negativi e controllando l’eccesso di carico mediale nella fase di spinta. Questo è possibile anche alle alte velocità con scarpe sia superleggere sia chiodate.