Bassa intensità, la scelta corretta
Abbiamo detto dunque che rallentare e tornare veloci dopo è la scelta migliore. La soluzione sta nel ripartire dalle basi. Iniziare un lavoro, in media di 12 settimane, per investire sulla tecnica, la forza funzionale, la respirazione, la mobilità articolare, i piedi e tutti quegli aspetti che spesso vengono trascurati. Ovviamente c’è anche la corsa in sé e per sé, ma proprio qui sta il trucco: si tratta solo di running a bassa intensità. Allenarsi per un certo periodo solo a intensità basse permette al corpo di recuperare dallo stress indotto e accumulato dalle sedute seguite in precedenza. Del resto ogni allenamento, anche il più leggero, produce una certa dose di tensione che poi il corpo deve smaltire.
Recupero è proprio la parola magica assente nel vocabolario di molti corridori che, ossessionati dall’andare sempre più veloci, approcciano ogni uscita come se fosse una gara e non inseriscono momenti dedicati alla ripresa. Questo è il compito della corsa rigenerante con respirazione nasale, metodologia regina per favorire sia il recupero sia l’ossigenazione dei tessuti e ideale per concentrarsi sulla frequenza cardiaca, sulla respirazione e sulla tecnica senza perdere il piacere di correre.
Come migliorare la velocità di corsa: conclusioni
Ma quindi se si rallenta per 12 settimane poi si è in grado magicamente di raggiungere il personale? Questo risultato varia molto su base soggettiva. Accadrà però che avrete donato al vostro corpo un periodo di reset in cui trovare un suo equilibrio, smaltire lo stress, allenare e migliorare altri aspetti, fondamentali per quando potrete e vorrete (se lo vorrete) premere l’acceleratore. Per rallentare e tornare veloci.