Dall’età dello sviluppo a quella adulta e avanzata, tutti i modi per correre e fare attività in modo corretto, programmandola al meglio. Per evitare di eccedere e incappare in danni come i distacchi ossei e, specie con il passare del tempo, in infortuni.
Ne parla ampiamente nel numero di Correre di ottobre il dott. Luca De Ponti, esperto in ortopedia.
Cominciamo dai muscoli e dal loro legame con la crescita. La formazione atletico-sportiva di un giovane può infatti trarre beneficio da attività molteplici, soprattutto negli anni dello sviluppo, quando l’attivazione e l’affinamento dei meccanismi motori risultano particolarmente sensibili agli stimoli proposti. L’esercizio può sollecitare la componente muscolare, che gioca un ruolo fondamentale per armonizzare lo sviluppo dello scheletro e delle articolazioni.
Nell’età della crescita sono sufficienti stimoli naturali, che possono anzi arrivare a costituire delle forme di sovraccarico dove la ripetitività del gesto risulti particolarmente esasperata. Dobbiamo infatti fare i conti con uno scheletro particolarmente sensibile nei distretti dove i nuclei di ossificazione stanno ultimando il loro sviluppo e un allenamento esagerato può non essere compatibile con una fase evolutiva dove osso e muscolo non hanno ancora raggiunto l’equilibrio ideale.
Nel periodo puberale e post puberale non sono rari episodi di distacchi ossei in corrispondenza delle inserzioni tendinee (vedi ginocchia, piede, anca), che sono tanto più possibili quanto maggiore risulta essere il livello di stress sia da un punto di vista qualitativo sia quantitativo.
Di qui nasce l’esigenza di una programmazione dell’allenamento su più fronti, come può essere quello multidisciplinare del triathlon, dove ad attività prettamente aerobiche possono essere associate anche esercitazioni di forza o prestazioni anaerobiche, in modo tale che la miscellanea degli stimoli non arrivi mai a costituire un impegno troppo gravoso per i potenziali punti deboli del sistema. Anche l’inserimento di attività sportive stagionali può essere di giovamento per l’affinamento delle capacità neuromotorie, pensiamo ad esempio allo sci in inverno e al surf in estate.
Venendo quindi al tema centrale riferibile all’argomento corsa, il miglior potenziamento per il giovane che si dedica già a quella prolungata è quella veloce, dove è la stessa energia cinetica in più a costituire un buon carico allenante. Alcune differenziazioni più specifiche, come la corsa in salita, la corsa balzata e la corsa sulle scale o scaloni sono anch’esse uno stimolo muscolare di non poco conto: tali esercitazioni vanno opportunamente dosate, concedendo alle strutture ancora in fase evolutiva ampi tempi di recupero.
Vi sono poi alcuni stimoli che non costituiscono un potenziamento specifico, ma esercitazioni muscolari selettive. Pensiamo ad esempio alla corsa su terreni sterrati irregolari, dove il piede ha raramente un appoggio eguale all’altro: in questo caso sono i muscoli tibiali a essere impegnati non poco con una esercitazione eccentrica specifica.
Cosa succede se si esagera? E gli over 40 come si devono comportare?
Di questo e altro si parla nell’approfondimento di Luca De Ponti sul numero di Correre in edicola.