Buio, freddo, pioggia, da noi al nord anche nebbia. Le giornate si allungano, la primavera sta timidamente facendo capolino ma siamo ancora stretti nella morsa dell’inverno periodo in cui molti runner gettano la spugna. Per evitare questo rischio, agli appassionati che seguo spiego che l’inverno è il periodo migliore per dedicarci a tutto ciò che di solito non facciamo: il potenziamento, ad esempio, che può non essere noioso se organizzato con i cosiddetti circuiti e ci possiamo sbizzarrire con stazioni di addominali e dorsali, collegate ora da tratti di corsa ora da giri di passo e destinate a sfociare in una partitella di basket o calcetto dove torniamo tutti ragazzini.
Potenziamento a parte, ecco in ordine alfabetico altri quattro consigli per non smettere e sfruttare al meglio questo periodo.
Abbigliamento – … a strati, perché incontreremo variazioni anche in una stessa seduta. Avremo spesso il vento a farci compagnia, che
abbassa drasticamente la temperatura percepita. Consigli specifici su questa e quella marca non ne do, perché il livello medio dell’abbigliamento tecnico è cresciuto notevolmente in queste ultime stagioni: i miei runner saranno sufficientemente protetti con il materiale di ognuna delle principali aziende del settore.
L’importante, ripeto, è la disponibilità in borsa di diversi strati: maglia tecnica maniche lunghe, smanicato (gilet) cerato per il warm-up, secondo strato elasticizzato, antipioggia-vento con cappuccio.
Alimentazione – Attenti: la vera partita è qui. Non sarò certo io a spiegarvi per quali motivi d’inverno si tende a rallentare le proprie funzioni e a mangiare di più. Anche per l’alimentazione, quindi, facciamo nostro il motto generale di questo argomento: approfittiamo della difficoltà tipica dell’inverno per abituarci a fare le cose per bene.
L’idratazione, ad esempio: d’inverno sudiamo ancora più che in estate, nonostante i consigli appena indicati sul vestirsi a strati. È facile,
però, che anche solo a parità di sudorazione, rispetto all’estate, il senso di sete sia invece più lieve. È una situazione che non va
sottovalutata: al termine di ogni allenamento dobbiamo curare idratazione e integrazione.
Se l’allenamento è particolarmente lungo, avremo cura di bere e idratarci anche nel corso del lavoro.
Pioggia – Se non è da “allerta meteo”, se è leggera e non particolarmente fredda, la pioggia non ha mai fatto male a nessuno. Ci
fortifica e ci inorgoglisce portare in fondo un allenamento dentro a un capo antipioggia, anche di sera.
Adesso queste giacche sono caratterizzate da un’ottima porosità che permette la traspirazione e non c’è più il rischio di spremersi di
sudore, come accadeva una volta.
Testa – Regaliamole qualcosa di fisico: ginnastica, ad esempio, anche nelle forme più divertenti.
La preferenza dovrebbe andare a quei protocolli di ginnastica che producono effetti immediatamente utili per la corsa, come il Pilates o la già citata core stability. Ma qui di mente stiamo parlando, di mente che ha bisogno di sentire che il corpo fa qualcosa di attivo per
distrarsi, non per correre più forte. Per questo scopo va bene, ad esempio, anche un corso di yoga.
Quello che conta è aggiungere alle abitudini d’allenamento un momento in cui curare distensione, decontrazione, scarico dello stress
fisico e mentale accumulato. È il momento migliore, un altro dei tesori dell’inverno.