Perché non vinciamo più nel mezzofondo, nel fondo e nella maratona? In questo inizio di 2018 è tornato di attualità l’impietoso confronto con il passato. Renato Canova, per primo, aveva rinunciato al fair play: in occasione della presentazione del progetto di un centro d’allenamento al parco La Mandria (TO), giovedì 4 gennaio, il grande allenatore aveva ribadito che il segreto del successo è vivere la corsa da professionisti ogni giorno e non aver paura di osare negli allenamenti («Non ci si può allenare con in testa un “limitatore di potenza»). E aveva portato con sé la prova attuale dell’efficacia di questi suoi principi: Sondre Nordstad Moen, il bianco norvegese capace di 2:05’48” in maratona e 59’48” nella mezza.
Go for the gold
Subito dopo, lo stesso Canova e Giorgio Rondelli avevano affrontato questo tema nel convegno “Go for the Gold, solo storia oppure…”, svolto venerdì, 5 gennaio, al Pala Bertelli di San Giorgio su Legnano (MI), quartier generale del Campaccio, davanti a circa 180 allenatori.
«Quell’ “oppure”, inserito nel titolo convegno, è stato una sorta di elettroshock ̶ ha spiegato Giorgio Rondelli ̶ , la carica che mi ci voleva per spiegare un metodo di allenamento che nell’arco di otto anni ci ha poi permesso di ottenere una serie incredibile di risultati a livello prima nazionale poi europeo, mondiale e olimpico. Anche come club.»
L’età dell’oro tornerà?
Metodo di allenamento e risultati sono pubblicati su Correre di febbraio, nel servizio intitolato “L’età dell’oro tornerà?”. Sette pagine che condensano una vita di lavoro: da quella mitica programmazione tecnica dettagliata di un intero anno, messa in pratica nelle stagioni agonistiche 1982-1988, fino alle condizioni indispensabili affinché l’atleta possa dare il meglio: professionisti in tutti i ruoli della società sportiva, dal dirigente all’allenatore, dal fisioterapista al team manager.
Il testo si conclude con la descrizione dei migliori 25 “compiti” svolti sul campo dagli atleti di Rondelli. Basta aver provato una volta, sulla propria pelle, a effettuare ripetute, variazioni o un fondo medio, per sentire un brivido lungo la schiena leggendo cosa erano capaci di fare in allenamento Cova e Panetta (anche in compagnia di Antibo, ai raduni), ma anche Nyongabo, Ntawulikura e Boutayeb,
Perché “Se non ci si allena ai limiti non si può pensare di andare forte” è il duro pensiero di coach Rondelli.