Le pause in corsa per rendere al meglio

Le pause in corsa per rendere al meglio

Le prove al campo

Da un paio di anni seguo al campo d’atletica anche delle giovani ragazze che non hanno l’obiettivo di gareggiare, ma vogliono stare in forma e migliorare l’efficienza aerobica. Applicando anche con loro lo stesso metodo di preparazione dei ragazzi (loro sì, sono agonisti), non solo non ho più rilevato miglioramenti oltre un certo livello di carico (si allenano 3-4 volte la settimana, per circa 40 km complessivi), ma c’è stato addirittura un generale scadimento prestativo in occasione di alcuni test. E rilevo che fanno sempre tanta fatica, anche quando si tratta di sostenere uscite di corsa aerobica, diventate così lente da non essere più adeguatamente allenanti. Inutile riportare quanto fossero pesanti da sostenere gli sforzi nelle sedute di ripetute più lunghe di un paio di minuti, necessarie per migliorare i loro parametri fisiologici. Mi sono chiesto, a quel punto, come fosse possibile ridurre il senso di fatica, di sforzo, e allo stesso tempo tornare a far percepire il piacere di correre, oltre a incrementare la loro efficienza? Ho provato a cambiare metodo: tutte le sedute sarebbero state inframmezzate da pause.

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Da sempre, sia allenatori sia atleti, indichiamo la pausa tra le prove ripetute con il termine “recupero”, il che è curioso considerando quanto poco, in effetti, si recuperi in questo breve periodo di tempo. Certo, è insito che nelle sedute intervallate questo “recupero” deve essere sempre incompleto, proprio per determinare specifiche situazioni fisiologiche.

È un po’ questo che si ricerca con gli allenamenti di ripetute: riuscire a correre a lungo a una velocità particolarmente sostenuta, quella che si dovrebbe poi mantenere quando si partecipa a una competizione.

Le “mie” ragazze di ripetute ne avevano sostenute di tutti i tipi. La mia proposta è sempre stata molto varia nell’intento di farle migliorare, oltre che non annoiarle e mantenere così la motivazione agli allenamenti. Le più “gradite” erano sempre le ripetute corte, non più lunghe di 400 m. Quando però il programma prevedeva una seduta di corsa intervallata, l’umore non era mai buono.

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