L’ampia diffusione del running negli ultimi anni è evidente. E’ inoltre aumentata l’età media degli sportivi che si dedicano, anche a livello agonistico, a tale disciplina. Anche se l’evoluzione delle metodiche di allenamento, nonché degli strumenti tecnici (calzature, eccetera), consentono buoni risultati a tutte le età, non mancano le patologie muscolo-tendinee e da sovraccarico che interessano maggiormente i runner non più giovani.
Si individua quindi una categoria di atleti di fascia di età over 40 con alta richiesta funzionale e quindi maggiormente colpiti da patologie da sovraccarico.
Una delle articolazioni spesso soggette a tali malattie è quella dell’anca, formata dal femore e dall’acetabolo, ovvero una parte dell’osso del bacino. Alcune patologie dell’anca responsabili della coxalgia (un dolore laterale e posteriore a livello dell’anca e con frequente irradiazione inguinale) sono di natura muscolo-tendinea: ad esempio l’anca a scatto o la sindrome della bandeletta ileo-tibiale.
Nel numero di Correre di ottobre il Dott. Simone Ripanti (specialista in ortopedia e traumatologia) focalizza l’approfondimento sull’artrosi dell’anca, nel giovane e non più giovane sportivo.
La sintomatologia è generalmente caratterizzata da dolore sordo, che si acutizza all’inizio dell’attività motoria e che tende ad accentuarsi nei movimenti dell’anca. La localizzazione del dolore è generalmente inguinale, con possibili irradiazioni variabili rispetto al coinvolgimento articolare in regione antero-mediale o laterale della coscia, oppure a livello del gluteo.
Quando l’artrosi è in uno stadio da lieve a moderato, i trattamenti a disposizione sono: la terapia con farmaci, la fisiochinesiterapia e interventi chirurgici poco invasivi (artroscopia). Ultima, ma non meno importante, la possibilità di integrare il liquido sinoviale con iniezioni intra-articolari di acido ialuronico (viscosupplementazione). Il trattamento infiltrativo può aiutare l’atleta nella riduzione del dolore e nella prosecuzione dell’attività.