Una condanna per 4 anni ha raggiunto il principale artefice della rinascita del mezzofondo e del fondo a stelle e strisce, oltre che della gloriosa carriera in pista di Mo Farah. L’allenatore ricorrerà in appello. Quali atleti risulteranno coinvolti? Quali titoli in grandi competizioni dovranno essere revocati? Quali record cancellati?
Una notizia-epilogo caratterizza la prima giornata di ottobre.
L’Usada, l’Agenzia Antidoping statunitense, ha squalificato per 4 anni il tecnico Alberto Salazar per “organizzazione e istigazione al doping” e traffico di testosterone. Ne ha dato notizia l’agenzia antidoping stessa, in un comunicato ripreso in Italia per primi dall’agenzia ANSA e dalla testata online “Atleticalive.it”.
L’incredibile ascesa
Trova così conferma la lunga serie di domande senza risposta rivolta da molti tecnici di ogni parte del mondo all’ex grande maratoneta (tre volte vincitore della maratona di New York), che da allenatore è stato l’artefice principale della rinascita del mezzofondo e del fondo statunitense, maschile e femminile, fin dalla prima decade del terzo millennio, oltre che dell’ascesa del britannico Mo Farah, prima del “divorzio tecnico” intervenuto nel 2017, anno, peraltro, della notifica delle prime violazioni.
Quattro anni di indagini
La sanzione comminata a Salazar arriva al termine di un’indagine di quattro anni, avviata dalle rivelazioni della BBC sulle pratiche svolte al “Nike Oregon Project”. Insieme a Salazar (61 anni), è stato squalificato anche Jeffrey Brown, consulente del centro.
Oltre al traffico di testosterone, l’accusa parla di manomissione del processo di controllo del doping. Salazar, che aveva già tentato di difendersi portando la vicenda in arbitrato, ora ricorrerà in appello.
E gli atleti?
Si aprirà poi, in parallelo, il lavoro di indagine per capire quali atleti abbiano beneficiato delle pratiche illecite di cui è accusato Salazar, per procedere all’eventuale cancellazione di titoli e record.