(Seconda parte)
Il paragone tra corpo umano e motore delle auto è nella nostra immaginazione. Abbiamo visto nella prima puntata che anche per un runner si può parlare correttamente di potenza e di cilindrata del proprio motore, una volta individuate le giuste unità di misura. Ma il gioco del confronto non finisce qui: anche per il runner, come per l’automobile, possiamo parlare di serbatoio, di consumi che variano in base alla velocità e di importanza della carrozzeria.
A noi manca il cruscotto
Negli eventi di lunga e lunghissima durata (maratona, ultramaratona, ultra trail, etc) non basta possedere un elevata cilindrata se poi finiamo la benzina prima del traguardo: oltre ad avere un buon motore bisogna avere un consumo ridotto e un serbatoio capiente.
Quando si deve percorrere una determinata distanza in automobile, spesso si fa il conto di quanta benzina consumiamo in litri ogni 100 km (o di quanti chilometri riusciamo a percorrere con un litro) e di quanto è pieno il serbatoio; non potendo il corpo umano fare rifornimento immediato (anche se ci alimentiamo in gara possiamo fare solo piccolissimi “rabbocchi”, perché poi serviranno diverse ore o giorni per recuperare le riserve che bruciamo durante le corse di lunga durata), bisogna gestire la velocità in modo da non calare nel finale. Se “finiamo la benzina” prima del tempo (per esempio in maratona tra il 30° e il 35° km), possiamo solo proseguire camminando o correndo molto lentamente (se fossimo in automobile dovremmo chiamare il carro-attrezzi!).
In questo caso il serbatoio di un’automobile può essere paragonato alle riserve di zuccheri che abbiamo nei muscoli e nel fegato; queste riserve, se utilizzate al meglio, possono permetterci di avere energia per 1:30’-2:00’. Anche sotto questo aspetto runner e automobile possono essere paragonati. Se in auto dobbiamo coprire un lungo tratto di strada senza distributori di benzina da cui rifornirsi, partiamo con il serbatoio pieno e calcoliamo con attenzione la velocità media da mantenere per non consumare troppo carburante e fermarci “a secco” prima della meta. Lo stesso discorso vale nella corsa: se decidiamo di fare una maratona dovremo calcolare con attenzione qual è il ritmo che possiamo tenere fino alla fine senza esaurire la “benzina”, cioè le nostre disponibilità energetiche.
Da questo punto di vista, alimentarsi male prima di una gara o allenarsi troppo intensamente il giorno prima del via, significa partire con il serbatoio già semivuoto. Tale situazione porta a una fine della “benzina” molto prima del previsto. Tra l’altro, diversamente da quanto accade in automobile, dove sul cruscotto possiamo vedere in modo preciso quanta benzina ci resta, il corpo umano fa fatica a capire molto prima quanto manca allo svuotamento definitivo del serbatoio.
Il runner è come un’auto a benzina/metano
Dal punto di vista del carburante, alcune automobili riproducono in modo ancora più preciso il comportamento del corpo umano; si tratta delle auto che funzionano sia a benzina sia a metano, e che per questo doppia alimentazione ricordano il runner in azione, che utilizza una miscela di grassi e zuccheri per compiere la contrazione muscolare; se un auto sta procedendo a velocità elevata grazie all’uso della benzina e finisce questo carburante, dovrà passare al metano presente nelle bombole. Questo passaggio comporterà però un forte rallentamento della velocità (il metano, come i grassi nel corpo umano, producono una potenza inferiore nell’unità di tempo) e lo stesso avviene nei maratoneti che, raggiunto un livello basso delle riserve di zuccheri, dovranno passare ai lipidi (grassi), rallentando in modo significativo la velocità (in certi casi passando anche al cammino).
La carrozzeria
Un ultimo, importante elemento, che accomuna le auto all’essere umano, è l’economia legata al movimento. Le auto con carrozzerie aerodinamiche, un ottimo rapporto peso-potenza, materiali evoluti e reattivi, gomme performanti e ammortizzatori molto efficaci sono come gli atleti di endurance che con un peso ridotto, una struttura corporea longilinea, muscoli sottili e performanti, tendini forti e reattivi, e scarpe leggere ed evolute primeggiano nel mondo del running.
Nota: Questo testo affronta il tema delle analogie tra corridore e automobile, che è stato trattato da altri autori anche su Correre di aprile, a compendio del servizio sull’abbigliamento, che presenta le collezioni primavera-estate di 21 brand (pagine 89-113)