I bambini e il movimento: una necessità primaria

I bambini e il movimento: una necessità primaria

01 Aprile, 2016

Lo Speciale Ragazzi che Correre di aprile dedica all’attività dei più giovani si apre con l’autorevole intervento di Cosimo Schinaia, psichiatra, già primario presso il Dipartimento di salute mentale di Genova e psicoanalista, membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana e full member della International Psychoanalytical Association.

“Se pensiamo a come i futuri genitori avvertano l’attività motoria spontanea del feto attraverso l’utero come sinonimo di vita e benessere (che va di pari passo con il giudizio di sanità che viene dato dai medici) e a come, al momento del parto, sia il pianto, conseguenza della prima respirazione, a segnalare l’inizio della vita sociale del neonato, ci rendiamo conto dell’enorme significato non solo organico, ma simbolico e culturale, che il movimento assume.

Il bambino ha organicamente tanto bisogno di movimento in termini assoluti e profondi, quanto del dormire e del mangiare: è necessario che si agiti, che gridi, che respiri violentemente, che si lasci andare alle attività esplosive del gioco. Il bambino ha inoltre bisogno di percepire il movimento; l’essere cullato ritmicamente è per lui segnale di vitale protezione, così come l’arresto o l’improvvisa accelerazione di un movimento possono essere vissuti come segnali di minaccia.

Libera e priva di obiettivi specifici, l’attività spontanea non è sostituibile con un corso di ginnastica o con l’allenamento a uno sport, perché è la sola che precisamente riesca a mettere in gioco tutti i muscoli del corpo in un utilissimo disordine. Possiamo affermare che il movimento sia l’unico supporto che possa essere validamente utilizzato dall’uomo dalla vita intrauterina fino alla vecchiaia”.

 

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