Spesso il runner è condizionato dal sentito dire e dalla fretta nel riprendere l’attività quando è vittima di un infortunio. Su Correre di marzo Luca De Ponti ci ricorda alcuni degli errori commessi più spesso. Impariamo ad evitarli cominciando dall’autodiagnosi.
La autodiagnosi
È l’errore più frequente, soprattutto se a essa segue una terapia improvvisata. Se è vero che testi, articoli, pubblicazioni parlano in modo dettagliato di tutti i guai dei podisti, è altrettanto vero che non è sempre facile e scontato inquadrare il problema.
Anche la rete spesso crea equivoci, perché è difficile selezionare la qualità e la bontà degli scritti. Nei forum poi troviamo di tutto, con considerazioni molto spesso non attinenti al tema trattato. Pensiamo ad esempio al ginocchio, dove, nella medesima sede anatomica (ovvero un dolore in quel punto), il guaio potrebbe riguardare le strutture legamentose, quelle meniscali o quelle cartilaginee, con possibili terapie del tutto diverse. In questi casi il medico ha a disposizione l’opportunità di eseguire particolari manovre che sono utili per una diagnosi differenziale, la possibilità di prescrivere esami per inquadrare meglio la patologia e non ultima un’esperienza specifica relativa al suo bagaglio di esperienze professionali.
Bene quindi leggere, informarsi, cercare di capire, anche se poi è meglio che sia un professionista a decidere per voi.