È incredibile quante cose cambino nel momento in cui variano la superficie e le altre condizioni in cui si corre. Quelle del trail running, in particolare, fanno dell’irregolarità l’identità stessa di quel tipo di corsa. Che mette alla prova muscoli, tendini ed equilibrio posturale.
Pillole di saggezza ortopedica, che il nostro specialista Luca De Ponti su Correre di marzo rivolge a chi sta decidendo di dedicarsi alla corsa off-road.
Eccone un assaggio
Correre sul prato
I prati sono superfici ad alta capacità di ammortizzare il nostro impatto col suolo, di disperdere le forze di attrito e di ridurre le possibilità di stress.
Correre al buio
Chi è abituato a correre in condizioni di luce scarsa, per esempio i lavoratori costretti ad allenarsi la mattina presto o la sera tardi, risulta meno penalizzato rispetto a chi corre solo occasionalmente in situazioni di poca illuminazione.
Salite e discese
La corsa in discesa può risultare traumatica per via dei tempi di appoggio prolungati e degli effetti torsionali esasperati; dell’impatto della decelerazione sulla schiena, sulla muscolatura degli arti inferiori e sulla muscolatura paravertebrale; maggiore incidenza di distorsioni dell’articolazione tibio-tarsica.