Finalmente un’abbuffata. Per chi non è mai sazio di atletica l’ultimo fine settimana ha potuto sfamare anche i più incontentabili. Se per caso foste passati a Milano, all’Arena Civica “Gianni Brera” andavano in onda i Campionati italiani allievi. Sono stati tre giorni di gare intensissimi, dal venerdì alla domenica sino alle prime ore del pomeriggio.
Non si fa a tempo a “disintossicarsi” che a casa si accende la televisione e si può seguire su Raisport la seconda giornata del Campionato Europeo per Nazioni, l’ex Coppa Europa. Insomma, un tourbillon di emozioni, corroborate il lunedì dalla doppia pagina della Gazzetta dello Sport, che questa volta ha trattato come si deve, come un tempo faceva, la nostra disciplina.
Cos’è accaduto? Procediamo con ordine, partendo dalle gare giovanili milanesi. In primo luogo sarà perché i ragazzini sono accompagnati dai genitori, dagli amici e perché no dai nonni, ma l’impianto milanese, specie di sabato pomeriggio, era davvero ben rappresentato dal pubblico.
Stare adesso a ricordare i momenti o titoli assegnati è certamente pleonastico, ma un paio di considerazioni occorre farle. Lo faccio da lombardo, regione leader della nostra atletica, tanto per ricordare che ci sono sodalizi che non arrivano a disputare con i loro iscritti gare internazionali, ma che in contesti giovanili sono in grado di fare un lavoro magnifico, degno di nota, leggi in primis l’Atletica Bergamo ’59 Creberg che tra le sue fila può schierare il diamante grezzo di Marta Zenoni. Oppure la Pro Sesto che conta sul gioiellino Ilaria Verderio, la Bracco Atletica squadra assai compatta e forte specie nella velocità.
Un punto in negativo si deve evidenziare. Guardando attentamente tra il pubblico durante le gare è molto facile trovare i dirigenti che confabulano tra di loro, spalle alla pista, incuranti delle gare, non è un fatto educativo, ma cosa volete i campionati sono lunghi, le giornate interminabili anche loro hanno diritto di “cazzeggiare”.
Capitano, mio capitano
E veniamo a ciò che è accaduto a Cheboksary, luogo a 600 km da Mosca (Russia) dove in un impianto moderno e affollato gli azzurri hanno colto un significativo sesto posto. Prima della loro partenza, in parecchi, compreso il sottoscritto, non nutrivano grandi speranze sulla trasferta nella cittadina ex sovietica, anzi qualcuno aveva titolato: “Allarme l’Italia rischia la B”. (Corriere dello Sport- Stadio, sabato 20 giugno).
La formazione azzurra comprensiva di molti rincalzi aveva nella velocità maschile forse il suo punto più debole. Invece… eccoci a raccontare di due vittorie: quella del capitano coraggioso Fabrizio Donato, 39 anni tra poco, capace ancora di atterrare a 17,11 e di Giordano Benedetti, fisico che ricorda vagamente Franco Arese (alto e filiforme) che vince con un rush finale gli 800.
Da far venire gli “stranguglioni” avrebbe scritto giuanbrerafucarlo, sulle pagine de La Repubblica, ultimo approdo giornalistico del grande scrittore lombardo.
Ma non è finita ad un certo punto gli azzurri erano addirittura quarti davanti ai maestri britannici. Secondi posti (Fassinotti/alto), terzi e quarti posti a iosa hanno permesso alla nostra squadra di ben figurare.
Un paio di esempi al femminile: la 4×400 ha corso alla grande, stupendo il cambio tra Milani e Bonfanti. Oppure il nuovo gioiellino lombardo Giulia Riva che chiude in 23”30 i 200 eguagliando il primato personale. Per questa volta ci si ferma qui. Godiamoci queste piccole gioie.