La pratica dello yoga può essere quanto mai rigenerante, per corpo e mente, dopo una prova in natura.
Scopriamo come insieme a Tite Togni che dopo le posizioni pre-gara analizzate nel numero precedente, su Correre di aprile ci propone nove posizioni per imparare a rilassarci nel modo più proficuo.
Il lavoro fisico, le posture, nella tradizione orientale che si perde nell’antichità e che si tramanda dal buddismo nello yoga, sono mezzi per pulire la casa mentale, per mettere a fuoco il proprio centro e promuovere la serenità mettendo a tacere il chiacchiericcio mentale apparentemente ingestibile che invade la nostra esperienza quotidiana e mina l’espressione del nostro “meglio di sé” interiore.
Anche e soprattutto per un trail runner che si allena o gareggia per ore immerso in una natura che lo porta a perdere le coordinate spazio temporali e a non sentire il dispendio energetico coinvolto, lo yoga è un mezzo vitale per riportare equilibrio fisico, allungando e rilassando, ma soprattutto riportando stabilità mentale, con l’ascolto del proprio stato psicofisico di quel momento, per essere in grado di prendere decisioni adeguate per il futuro evitando tanti infortuni e stati di burnout molto frequenti proprio nel trail.
La sequenza esposta sulle pagine di Correre è quella che nell’Iyengar Yoga si chiama restorative, di recupero e che, proprio su indicazione dello stesso Iyengar si fonda su due pilastri, l’Eroe Sdraiato e la Candela, ovvero due posizioni chiave, una supina e una invertita, con le variazioni adeguate a un atleta anche privo di esperienza dello yoga.