È di ieri notte la notizia di una seconda, presunta positività per il marciatore Alex Schwazer, stando a quanto riportato dal quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport. La notizia della positività è giunta con millimetrica precisione: proprio durante l’ultimo mese di preparazione in vista dell’impegno olimpico, per il quale l’altoatesino è in possesso di due minimi: sulla 20 e sulla 50 km di marcia.
La vicenda di Schwazer è ormai nota anche ai non addetti al settore, essendo l’atleta che, più di tutti gli altri, negli ultimi 10 anni è riuscito a far parlare di sé e dell’atletica, in un’Italia sportiva solitamente più attenta al nuovo look di Balotelli o alle cessioni in Lega Pro.
Bronzo ai Mondiali di Helsinki del 2005 e di Osaka 2007 sulla 50 km di marcia, oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e argento nella 20 km agli Europei di Barcellona del 2010. Poi lo shock del 2012, risultato positivo per EPO alla vigilia delle Olimpiadi di Londra. Squalificato per 3 anni e 9 mesi, cui va aggiunta la sanzione penale di 8 mesi con patteggiamento. Nel frattempo Alex cambia vita: il rapporto con l’allora fidanzata, la pattinatrice sul ghiaccio Carolina Kostner si logora e lui si trasferisce a Innsbruck, dove si iscrive all’università e lavora come cameriere. Fino ad arrivare a quello che, fino a ieri notte, sembrava l’ultimo capitolo della vicenda: la seconda vita sportiva di Schwazer. Dall’aprile 2015 il marciatore si era infatti affidato a Sandro Donati, tecnico del mezzofondo con un lungo attivismo nella lotta al doping. Si trasferisce nella capitale per essere seguito dal nuovo tecnico e a disposizione costante di controlli. E, dopo un test effettuato a Saxa Rubra, sotto la supervisione del d.t. Massimo Magnani e dell’advisor federale sulla marcia, Antonio La Torre, torna ufficialmente in gara (subito in nazionale) in occasione dei Mondiali a squadre di Roma, lo scorso 8 maggio, dieci giorni dopo la fine della squalifica. E vince, ma questo già lo sapevamo tutti.
Incriminati i campioni di un controllo a sorpresa effettuato a Vipiteno lo scorso 1° gennaio. La notizia sembra incredibile, se non addirittura inverosimile, avendo il campione altoatesino scelto la guida di Sandro Donati, paladino di lungo corso alla lotta al doping, per il ritorno alle gare. Ad aggiungere mistero alla vicenda il fatto che i medesimi campioni, risultati puliti il 1° gennaio, siano stati controllati una seconda volta, il 12 maggio, facendo emergere una quantità sospetta di anabolizzanti steroidei.
Nel periodo di sospensione dalle gare, da quando si era affidato al protocollo di recupero stilato da Sandro Donati, Schwazer era stato sottoposto non solo ai canonici controlli previsti in caso di ritorno alle competizioni di un atleta risultato positivo (almeno 3 controlli antidoping a sorpresa effettuati dalla Wada, dalla Iaaf o delle agenzie antidoping nazionali), ma anche a controlli supplementari e volontari su urina e passaporto biologico.
E adesso? È ancora presto per lasciarsi andare a considerazioni senza fondamento, ma nel frattempo pare che il marciatore abbia già incaricato i suoi legali di attivarsi contestare l’esito delle analisi. Ripartire una prima volta è già difficilissimo, come reagirà il duo Schwazer-Donati a questo secondo, improvviso, capovolgimento di fronti?