Spesso il runner è condizionato dal sentito dire e dalla fretta nel riprendere l’attività quando è vittima di un infortunio. Su Correre di marzo Luca De Ponti ci ricorda alcuni degli errori commessi più spesso. Impariamo ad evitarli.
#2 Correrci sopra
Nel tempo si affina la sensibilità per capire le differenze tra i piccoli fastidi da sovraccarico (spesso passeggeri) e le infiammazioni vere e proprie. Bisogna allora comprendere quando la corsa può costituire un esercizio defaticante o un elemento in più per autoalimentare l’infiammazione in atto.
Di solito, il parametro che si utilizza per un giudizio in merito riguarda i primi chilometri: se dopo circa 10-15’ di attività i fastidi tendono a passare vuol dire che è stato sufficiente il riscaldamento per rimettere in moto l’organismo; se invece con la corsa iniziale i dolori aumentano generalmente non è confortante: meglio fermarsi, sospendere l’allenamento per qualche giorno per ripartire più avanti in una situazione favorevole.
Insistere testardamente può portare alla cronicizzazione di numerose forme infiammatorie, con il prolungamento dei tempi di guarigione.