Cervello e corsa: cosa dice la scienza

Cervello e corsa: cosa dice la scienza

Foto 123rf

Mai vagare con la mente

In un solo caso la connettività dei runner è risultata più bassa rispetto al gruppo di controllo: è avvenuto per quello che riguarda il Deafult Mode Network (DMN). Quest’ultimo è una rete cerebrale che si attiva quando la persona si concentra sui propri stati interni (immagini, pensieri ed emozioni) e lascia la mente libera di vagare. In altre parole, è la struttura sottostante i sogni a occhi aperti e le fantasticherie.

Questi risultati non devono stupire: i vagabondaggi della mente non sono funzionali alla prestazione e interferiscono con il raggiungimento dell’obiettivo. I runner perciò diventano bravi a “spegnere” il DMN quando lo scopo è andare forte.

Il sedentario è invece meno bravo a staccare la spina e, nel momento in cui deve impegnarsi in una prestazione (non necessariamente atletica), rischia di portarsi dietro un mondo di ruminazioni, dubbi e paure.

Però a pensarci bene molti allenatori quest’ultima verità l’avevano già intuita da tempo. Anni fa uno di loro aveva appeso nello spogliatoio di un campo di atletica un cartello con la seguente scritta: “Se volete andare forte in pista ricordatevi di lasciare le seghe mentali in spogliatoio”. Sostituiamo la locuzione “seghe mentali” con Deafult Mode Network e ammettiamo che costui aveva già capito tutto. Anche senza uno scanner per la risonanza magnetica.

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