Quello che può accadere durante il gesto della corsa e le soluzioni da mettere in atto una volta accertata la presenza del problema in questione.
Molti podisti accusano questa situazione i cui confini sono difficilmente decifrabili: «Dottore, ho la sensazione che l’arco plantare abbia ceduto, vede come il piede ruota verso l’interno, l’altro giorno correvo con un amico e l’ha notato anche lui». L’atleta di solito è in piedi, con la testa leggermente inclinata in avanti e si guarda le estremità inferiori. Con un piede simula una rotazione all’interno e, nel movimento, ruota verso l’interno anche la tibia. Il gesto mostra un’instabilità non indifferente. È mai possibile che tutto avvenga così, in poco tempo e che questo arco plantare faccia le bizze decidendo di non sostenere più a dovere tutto l’arto inferiore?
Il Dottore a cui si rivolge il nostro podista è Luca De Ponti, specialista in ortopedia che ci spiega come spesso di questo problema ci si accorga proprio grazie alla corsa che ci permette di amplificare la nostra sensibilità: il piede è oltremodo sollecitato perché la muscolatura della gamba lavora meno e i tempi di contatto con il terreno si fanno più lunghi, con maggiori possibilità di dare spazio a eccessi del movimento di pronazione. Ecco allora che si riescono a percepire sensazioni motorie prima poco apprezzabili e che un piede cede maggiormente verso l’interno rispetto al controlaterale. Una situazione presente anche in passato diventa un qualcosa di nuovo, un disagio reale, ma solo ora percettibile in modo netto.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Quando cede l’arco plantare”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 437, marzo 2021 (in edicola da inizio mese), alle pagine 92-93.