Si dà per scontato che, in caso di rinvio o cancellazione della gara, al partecipante sarà consentito ottenere il rimborso totale o parziale del costo di adesione o di potersi considerate già iscritto per l’anno successivo. Non è così. Bisogna sempre leggere bene il regolamento della manifestazione.
Dal mese di marzo, a causa della diffusione del Covid-19, prima in Asia e in Europa poi in America, abbiamo dovuto assistere alla cancellazione del 99% delle gare internazionali, autentico desiderio non tanto proibito dei runner del ventunesimo secolo. La pandemia è arrivata addirittura a far posticipare i Giochi olimpici di Tokyo 2020, cioè l’evento che, fino a ora, solo le guerre mondiali erano riuscite a fermare.
La lezione del mondo trail
In passato l’annullamento di una competizione importante era un evento molto raro e accadeva quasi esclusivamente nel mondo del trail running e dell’ultra-trail, dove si deve fare i conti con l’incognita metereologica. Per questo motivo i regolamenti di queste gare sono stati scritti fin da subito in modo molto preciso e nel tempo si sono evoluti recependo casistica ed esperienze, fino a diventare punti di riferimento per l’intero movimento podistico internazionale. Quei regolamenti, infatti, hanno per forza di cose dovuto valutare tutte le possibili variabili, anche quelle dell’annullamento nell’immediato pre-gara o in corso di manifestazione.
Un vero e proprio contratto
“Dobbiamo tutti metterci in testa questo concetto: l’iscrizione alla gara è un vero e proprio contratto. Molti atleti danno per scontato che, in caso di rinvio o annullamento della manifestazione, all’atleta sarà consentito ottenere il rimborso, anche se a volte parziale, del costo dell’iscrizione o quanto meno di tener buona l’iscrizione stessa per l’edizione dell’anno successivo. Ciò non è scontato e bisogna sempre leggere bene il regolamento, nel quale, quasi sempre, il primo articolo precisa proprio che “l’iscrizione alla gara comporta anche l’accettazione delle disposizioni regolamentari”. Dette disposizioni, oltre a stabilire i requisiti di partecipazione degli atleti, le quote d’iscrizione, la consegna del numero di pettorale e dei pacchi gara, la partenza, il percorso, i premi etc., disciplinano anche l’ipotesi in cui la corsa non venga disputata e le conseguenze in termini di rimborsi ed eventuali risarcimenti agli iscritti.
Istruzioni per l’uso
Cosi possono verificarsi alcuni casi:
• iscrizione non rimborsabile;
• iscrizione da utilizzare nei mesi successivi, se la gara dovesse essere ri-calendarizzata (ma ciò non risarcisce pienamente il danno, perché l’iscritto deve poi riorganizzare viaggio e ferie);
• iscrizione a costo agevolato per l’anno successivo;
• iscrizione per l’anno successivo con l’aggiunta delle spese di segreteria;
• possibilità di disputare la gara l’anno successivo senza passare dalla lotteria, ma pagando comunque la nuova iscrizione;
• gara gratuita per l’anno successivo;
• rimborso totale del costo del pettorale (con o senza le spese bancarie).”
È questa la prima parte dell’ampio servizio che nel numero di maggio Correre dedica al problema delle iscrizioni a gare spostate di data o del tutto soppresse, flagello che è conseguenza dell’epidemia di Covid-19.
Le ragioni degli organizzatori
Questo vero e proprio dossier è curato da Massimiliano Monteforte, che nella seconda parte del lungo lavoro prende in considerazione, ad esempio, la possibilità di tutelarsi accendendo sull’iscrizione un’assicurazione “esterna”, specie quelle molto costose delle corse all’estero. L’autore, però, dedica altrettanto spazio a sensibilizzare i nostri lettori-runner sui problemi e i costi che gli organizzatori debbono affrontare, anche in caso di corsa annullata, e termina corredando il tutto con una minuziosa descrizione delle principali voci di spesa che chi allestisce una corsa deve affrontare.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “In caso di annullamento”, di Massimiliano Monteforte, pubblicato su Correre n. 427, maggio 2020 (in edicola a inizio mese), alle pagine 74-79.