“Il tuo peggior avversario? Non lo stai affrontando, lo stai indossando”. È questo il messaggio lanciato da Erreà Sport con la nuova campagna di comunicazione video diffusa via WEB e sui social.
Il messaggio pone l’accento sull’importanza di ciò che indossiamo durante l’attività sportiva: nell’acquistare capi di abbigliamento per l’allenamento e per le gare, troppo spesso “le scelte vanno a discapito della qualità e della sicurezza, andando a privilegiare capi di dubbia provenienza e composizione. A pagarne il prezzo sono sempre in prima persona (“sulla propria pelle”) gli sportivi, penalizzati inevitabilmente anche nelle loro prestazioni”, spiegano da Erreà Sport.
La certificazione Oeko-Tex Standard 100 by Oeko-Tex,
Il riferimento è soprattutto alla certificazione Oeko-Tex Standard 100 by Oeko-Tex, un sistema di controllo e certificazione indipendente valido per tutto il mondo del tessile, dalle materie prime ai semilavorati e ai prodotti finiti, monitorati in tutte le fasi di lavorazione. Il suo scopo è di uniformare le differenze internazionali relative alla valutazione delle sostanze nocive.
Erreà Sport, un’azienda italiana con sede a San Polo di Torrile (PR), è risultata la prima azienda nel settore “team wear” a ottenere, nel 2007, questo tipo di garanzia su tutte le fasi della propria produzione.
Il video
Sono cinque i filmati della campagna Erreà Sport, destinati agli appassionati di running, calcio, volley, basket e rugby. Per quanto riguarda la corsa,
La scena si apre su una pista di atletica e inquadra un gruppo di ragazzi mentre inizia ad allenarsi. L’unico tra loro che non indossa una maglia Erreà viene colpito da un improvviso attacco di prurito causato dal tessuto scadente del suo abbigliamento. In evidente difficoltà, si trova prima a rallentare e poi a fermarsi, per riflettere infine sull’errore commesso nelle proprie scelte d’acquisto.
Il “DOCG” del mondo tessile
Lo scopo della certifcazione “Oeko-Tex Standard 100” è di uniformare le differenze internazionali relative alla valutazione delle sostanze nocive. Con questo sistema è possibile identificare ed eliminare le fonti potenziali delle sostanze nocive in ogni fase della catena di lavorazione. Ogni volta che un prodotto tessile viene lavorato o si effettua un trattamento chimico del prodotto, occorre effettuare un’analisi. Il sistema Oeko-Tex include: filati, tessuti e tessuti a maglia, articoli confezionati (abbigliamento di tutte le tipologie, tessili per uso domestico, biancheria da letto, articoli in spugna, giocattoli tessili, etc).
I test sulle sostanze nocive comprendono:
- sostanze vietate per legge
- sostanze il cui uso è regolamentato dalla legge
- sostanze chimiche notoriamente nocive per la salute (ma non ancora regolamentate per legge)
- parametri per la salvaguardia della salute
In generale, i requisiti sono anche più stringenti delle diverse leggi nazionali esistenti. I controlli Oeko-Tex sulle sostanze nocive tengono sempre conto dell’effettiva destinazione d’uso dell’articolo tessile. Per esempio, più un prodotto è destinato a rimanere a contatto con la pelle, tanto più restrittivi sono i requisiti che esso deve soddisfare. Di conseguenza, si distinguono quattro diverse classi di prodotti:
- classe I: prodotti tessili e giocattoli in tessuto per bebè e bambini fino a tre anni (abbigliamento, giocattoli, biancheria per la culla o il letto, articoli in spugna, etc.)
- classe II: prodotti tessili utilizzati a contatto con la pelle (biancheria intima, biancheria per il letto, t-shirt, etc.)
- classe III: prodotti tessili non utilizzati a contatto con la pelle (giacche, cappotti, etc.)
- classe IV: materiali per l’arredamento (tende, tovaglie, tessuti per rivestimenti di pareti e pavimenti, ecc.)
Il tutto si inquadra, soprattutto nei Paesi dell’Unione europea, in uno sviluppo dell’attività normativa di contrasto dell’utilizzo di sostanze tossiche e inquinanti.