La campionessa olimpica di maratona di Rio 2016, Jemima Sumgong, è risultata positiva all’eritropoietina (EPO) a seguito di un controllo a sorpresa effettuato dalla Iaaf in Kenya, con ogni probabilità già nel mese di febbraio. Il referto è relativo, per il momento, al campione A e dovrà essere confermato dalle controanalisi che verranno effettuate sul campione B.
La notizia è stata confermata venerdì 7 aprile dalla Iaaf, che, chiamata a commentare un lancio dell’agenzia Reuters, ha ammesso che in questa settimana era stato “aperto un fascicolo a carico della Sumgong per una violazione alle regole antidoping”.
La Iaaf ha precisato inoltre che questo controllo antidoping fa parte di un programma di controlli su 150 maratoneti d’élite portato avanti dalla stessa Iaaf e finanziato dal circuito delle World Marathon Majors (Berlino, Boston, Chicago, Londra, New York e Tokyo)
Se le controanalisi dovessero confermare la positività, a carico di Jemima Sumgong scatterà una squalifica di quattro anni, ma non perderà la medaglia d’oro in maratona conquistata a Rio 2016.
La Sumgong perderà invece il bonus di vincitrice del circuito delle World Marathon Majors: un premio di 500.000 dollari che avrebbe ricevuto conservando la posizione di leader dopo la prossima maratona di Boston (17 aprile).
La carriera di Jemina Sumgong
Jemima Sumgong ha debuttato in maratona nel 2006, vincendo a Las Vegas in 2:35’. Sette anni dopo arriva il salto di qualità: nel 2013, infatti, vince a Rotterdam in 2:23’27, con un miglioramento del primato personale di 8 minuti. Nello stesso anno si classifica seconda alla maratona di Chicago in 2:20’48”, alle spalle di Rita Jeptoo, a sua volta poi squalificata per doping (EPO).
Da allora Jemima Sumgong è sempre rimasta nell’élite delle prime al mondo, fino all’anno d’oro 2016, quando ha vinto prima la maratona di Londra e poi la gara dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro, diventando la prima donna keniana a vincere l’oro olimpico in maratona.
Il commento di Gabriele Rosa
L’allenatore di Jemima Sumgong e di tutto il suo gruppo è il marito, Noah Talam, fratello di Sarah Chepchirchir (che ha vinto l’ultima maratona di Tokyo in 2:19:47) ed è patrocinata dal manager italiano Federico Rosa, che con il padre, Gabriele, gestisce la Rosa&Associati.
Gabriele Rosa, scopritore in Kenya di un’infinità di talenti, da Paul Tergat ad Asbel Kiprop, ha dichiarato alla giornalista del Corriere della Sera, Gaia Piccardi: «Gli atleti sono ignoranti, nella migliore delle ipotesi. E stupidi. Vengono avvicinati da gente che propone loro scorciatoie, dicono di sì con leggerezza. È gravissimo. Poi è facilissimo, in un clima da caccia alle streghe, accusare noi. Io gli atleti li seguo ma non vivo con loro 24 ore su 24. Jemima vive con il marito a casa sua: della sua vita privata io e Federico non sappiamo nulla. Ora devono intervenire Governo e Federazione per obbligarla a parlare: Jemima è una militare, il reato di doping vale doppio, il Paese è indignato. La verità deve venire a galla e la verità è che i Rosa non c’entrano niente».