Prima medaglia per l’Italia ai Mondiali di Eugene. Con la misura di due metri superata al primo tentativo, Elena Vallortigara è terza nella gara vinta dall’australiana Patterson davanti all’ucraina Mahuchikh, capaci entrambe di superare 2,02 m.
Con la misura di due metri superata al primo tentativo Elena Vallortigara conquista la medaglia di bronzo nella finale del salto in l’alto ai Campionati mondiali di Eugene. Vittoria dell’australiana Eleanor Patterson con 2,02 m, secondo posto per l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, stessa misura, ma valicata con un tentativo in più.
La finale perfetta
Con la stessa precisione già mostrata in qualificazione, la saltatrice del Centro Sportivo Carabinieri è arrivata fino a due metri senza un errore (1,84; 1,89; 1,93; 1,96; 1,98 e 2,00 le misure superate, e sempre al primo tentativo) e ha comunque tentato per tre volte di superare quota 2,02, dove si è decisa la sfida per le medaglie. Nel momento in cui è cominciato l’assalto all’ultima misura (2,02 m) la Vallortigara era in testa, in quanto unica delle atlete ancora in gara ad aver valicato 2,00 m al primo tentativo. Alla quota di 2,02, infatti, Elena ha saltato per ultima.
L’australiana Patterson riesce subito a superare 2,02, e va in testa, mentre l’ucraina Mahuchikh ci riesce al secondo tentativo. Tre errori per Gerashchenko (quarta) e Vallortigara.
Si tratta della prima medaglia della spedizione azzurra a Eugene 2022, ma della quarta medaglia nel salto in alto femminile ai Mondiali: il bronzo di Elena Vallortigara, infatti, si aggiunge alle tre medaglie conquistate da Antonietta Di Martino: argento /2007, bronzo/ 2009 e 2011.
Le finali della quinta giornata
Le modeste condizioni di forma dei campioni olimpici sono un problema che non riguarda solo
l’Italia.
La finale dei 400 a ostacoli ha mostrato in modo impietoso le difficoltà in cui naviga il fenomeno
Karsten Warholm, vittima in giugno di un infortunio importante. Il norvegese campione olimpico,
che nel 2021 aveva riscritto a suon di record mondiali la storia del giro con barriere, a Eugene è
settimo in 48”42 ed è costretto ad assistere alla consacrazione del brasiliano Allyson Dos Santos,
primo in 46”29, record dei campionati.
1.500 m uomini – 1. Jake Wightman (GBR), 3:29’23; 2. Jakob Ingebrigtsen (NOR), 3’29”47; 3.
Mohamed Katir (ESP),3’29”90;
400 hs uomini – 1. Alison Dos Santos (BRA), 46”29; 2. Rai Benjamin (USA), 46”89; 3. Trevor
Bassitt (USA), 47”39.
Alto donne – 1. Eleanor Patterson (AUS) 2,02 m; 2. Yaroslava Mahuchikh (UKR), 2,02 m; 3.
Elena Vallortigara, 2,00 m;
Disco uomini – 1. Kristjan Čeh (SLO), 71,13 m; 2. Mykolas Alekna (LTU), 69,27; 3. Andrius
Gudzius (LTU), 67,55;
Gli altri azzurri in gara
200 m uomini / Semifinali – Filippo Tortu è il primo degli esclusi dalla finale nonostante abbia
ottenuto il primato personale (20”10, vento +0,3). Ultimo tempo di ripescaggio: 20”09 del
sudafricano Luxolo Adams, ma quel che più dà il senso della beffa è che passa il canadese Aaron
Brown, secondo nella stessa semifinale di Tortu (terzo) e con lo stesso tempo (3 millesimi la
differenza tra i due). Nella storia dei Mondiali, quello di Tortu è il tempo più veloce di un escluso
dalla finale: mai si era rimasti fuori dalla finale con un tempo simile.
200 m donne / Semifinali – Dalia Kaddari è sesta nella semifinale dominata da Shelly Ann Fraser-
Pryce (21”82): l’azzurra scende nuovamente sotto i 23 secondi e chiude il Mondiale con un 22”83
(vento – 0,1), che fa ben sperare per gli Europei di Monaco.
400 hs donne / Batterie – Tre su tre in semifinale. Tutte promosse le azzurre del giro con barriere:
• Ayomide Folorunso, in particolare, firma il sesto tempo assoluto (54”69), a 15 centesimi dal
record italiano (54”54 di Yadis Pedroso), confermando l’ottima condizione di forma già notata nella
4×400 mista;
• Rebecca Sartori è diciannovesima con 55”72;
• Linda Olivieri ottiene 56”09, ultimo dei tempi di ripescaggio.