Gianmarco Tamberi (almeno) ci ha provato: è quarto con 2,33 m nella finale del salto in alto dei Campionati mondiali di Eugene 2022: «Fa male arrivare quarto, fa bene sapere di poter di nuovo valicare certe misure. Purtroppo non riesco ancora a lasciarmi andare, i dolori si fanno vivi all’improvviso e ho dovuto resettare appoggi e stacco praticamente a ogni misura, ma sento che la condizione sta tornando. Ho speso troppo in qualificazione, da tutti i punti di vista, fisico e nervoso.»
Tamberi, infine, ha messo in forse la propria partecipazione ai Campionati europei di Monaco di Baviera: «La mia priorità, ora, è il recupero completo della condizione. Un Europeo in questo stato di forma non è nei miei piani.»
La gara
Per “Gimbo” una gara senza intoppi fino a 2,27 m (2,21, poi 2,24, poi 2,27, nessun errore), due errori a 2,30 m prima di valicare la misura con ampio margine, ancora un errore a 2,33 m, quota valicata poi al secondo tentativo sfiorando l’asticella, e infine tre errori a 2,35 m (con una rinuncia a staccare nel secondo tentativo) dando l’impressione di aver esaurito le energie nervose.
Sopra a tutti la condizione stellare di Mutaz Essa Barshim (oro a Tokyo ex-aequo con Tamberi), che vince il mondiale per la terza volta consecutiva con 2,37 m e prova infine una sola volta, fallendo, 2,42 m.
Col qatariano salgono sul podio: 2. Sanghyeok Woo (KOR), 2,35 m; 3. Andriy Protsenko (UKR), 2,33 m.
Le finali della quarta giornata
Il filo conduttore della quarta giornata dei Mondiali di atletica a Eugene lo possiamo individuare nella “discesa in campo” di veri e propri fuoriclasse:
• Mutaz Essa Barshim (alto), fino a 2,37 senza una sbavatura e terzo titolo mondiale consecutivo;
• Faith Kipyegon (1.500 m), due volte campionessa olimpica e, da oggi, anche due volte mondiale;
• Soufiane El Bakkali (3.000 a siepi), definitiva consacrazione dopo l’oro olimpico e lezione per tutti su come si fa una progressione nel finale di gara;
• Yulimar Rojas, che come Barshim è al terzo titolo mondiale (oltre a quello olimpico) e il suo 15,47 è la miglior prestazione mondiale dell’anno.
1.500 m – 1. Faith Kipyegon (KEN), 3’52”96; 2. Gudaf Tsegay (ETH), 3’54”52; 3. Laura Muir (GBR), 3’55”28;
3.000 a siepi – Ahmed Abdelwahed è dodicesimo (8’33”43) dopo essere rimasto troppo nelle retrovie nella prima, lenta parte della gara (4’24” ai 1.500 m).
1. Soufiane El Bakkali (MAR), 8’25”13; 2. Lamecha Girma (ETH), 8’26”01; Conseslus Kipruto (KEN), 8’27”92.
Maratona donne – 1. Gotytom Gebreslase (ETH), 2:18’11”; 2. Judith Jeptum Korir (KEN), 2:18’20”; 3. Lonah Chemtai Salpeter (ISR), 2:20’18”;
Alto uomini – Mutaz Essa Barshim (QTR), 2,37 m; 2. Sanghyeok Woo (KOR), 2,35 m; 3. Andriy Protsenko (UKR), 2,33 m; 4. Gianmarco Tamberi, 2,33 m.
Triplo donne – 1. Yulimar Rojas (VEN), 15,47 M; 2. Shanieka Ricketts (JAM), 14,89; 3. Tori Franklin (USA), 14,72.
Eptathlon donne – 1. Nafissatou Thiam () 6.947 punti; Anouk Vetter (NED), 6.867; 3. Anna Hall (USA), 6.755.
Gli altri azzurri in gara
200 uomini e donne (primo turno) – Subitofuori Fausto Desalu che si spegne ai 150 m (20”32, bento + 0,5 m). Bene Filippo Tortu: 20”18 (+ 1,0 m) facile con vittoria in batteria.
Bene Dalia Kaddari, 22”75 (vento + 2,5 m) e qualificazione diretta col terzo posto nella prima batteria.
Disco donne (qualificazione) – Daisy Osakue: 56,74 m al secondo lancio e due nulli. Giornata no.