Sabbatini, che peccato…

Sabbatini, che peccato…

04 Agosto, 2021
Foto Giancarlo Colombo/FIDAL

Nel giorno in cui De Grasse conquista l’oro nei 200, l’azzurra Gaia Sabbatini non entra in finale dei 1500 ma è la seconda italiana di sempre dietro a Gabriella Dorio

Dall’urlo di Munch (celebre dipinto del pittore norvegese di inizio Novecento) che possiamo paragonare all’urlo di Karsten Warholm (norvegese pure lui), incredulo dopo avere tagliato il traguardo dei 400 ostacoli con il nuovo primato mondiale, al sorriso stentato di Sydney Mac Laughlin, statunitense, pure lei vincitrice con nuovo primato mondiale nel giro della morte a ostacoli con un sensazionale 51”46. Questo il filo conduttore delle ultime due giornate dell’atletica olimpica. Sarà la pista posata da un’azienda italiana che fa miracoli, saranno le nuove calzature, ma le scarpe a Usain Bolt non le hanno ancora fatte. Usain si tiene stretto il suo primato del mondo sia nei 100 che nei 200, nonostante il canadese André De Grasse abbia compiuto una vera e propria impresa vincendo il titolo olimpico nei 200. Se lo meritava tutto, per costanza di rendimento specie nelle finali, da anni a questa parte. De Grasse ha battagliato con Bolt e con Gatlin, le ha buscate il primo agosto da Jacobs nei 100. Oggi, invece, tagliando per primo il traguardo ha impressionato il fotofinish di 19”62 nei 200, con il quale si è messo al collo l’oro che gli mancava. Una finale fantastica come tutta la velocità qui in quel di Tokyo, dove l’atletica sta mostrando il suo lato più affascinante, con primati e gare stupende. C’era chi aveva pronosticato vincente Knighton (17 anni from USA), che già viene detto il “nuovo Bolt” avendo battuto il suo primato da allievo. L’imberbe sprinter yankee si è piazzato quarto in 19”93. Tanto di cappello.

E i nostri. La copertina azzurra della giornata la merita Gaia Sabbatini, 22 anni, che con 4’02”25 diviene la seconda italiana di sempre dopo Gabriella Dorio, scavalcando Paola Pigni scomparsa poco tempo fa. L’azzurra chiude un anno particolarmente soddisfacente, ha migliorato più volte il suo personale, ha vinto l’ex Coppa Europa e si è messa al collo l’oro a Tallin (continentali under 23) di luglio. Gaia e Nadia Battocletti saranno le due punte azzurre in un futuro assai prossimo. Tranquilli, non verranno perse per strada: nel loro dna c’è la corsa, l’agonismo. Già che parliamo dei 1500 dove Gaia Sabbatini non accede alle finali, ci si aspetta un nuovo exploit da parte di Sifan Hassan. Dopo 10 e 5 mila è la grande favorita dei 1500. Il “triplete” dell’olandese entrerebbe nella storia.

Domani entrano in gara i marciatori sui 20 km oltre alle staffette veloci. Pare ci possa essere qualche modifica nello schieramento azzurro della 4×100 (conferma degli uomini ma non delle posizioni), sta di fatto che Marcell Jacobs sarà al via con intenzioni bellicose come gli altri tre moschettieri: Patta, Desalu, Tortu. Nel frattempo il suo entourage fa sapere che Marcell non ha alcuna intenzione di espatriare negli Usa, come qualche quotidiano/ sito/blog ha scritto. La sua patria è l’Italia, ha confermato il campione olimpico, negli Usa andrà a trovare suo padre. Ci pare giusto riportarlo, poiché in questi giorni su Marcell si sta leggendo di tutto e di più.

La cronaca della sesta giornata

(Diego Sampaolo)

Il keniano Emmanuel Korir si è laureato campione olimpico degli 800 metri maschili con 1’45”07 succedendo al connazionale David Rudisha, che trionfò a Londra 2012 e a Rio de Janeiro 2016.

 Korir ha battuto in volata il connazionale Ferguson Rotich Cheruiyot (1’45”23) e al polacco Patryk Dobek, terzo in 1’45”39. L’australiano di origini africane Peter Bol si è piazzato quarto in 1’45”92 dopo aver vinto la semifinale in 1’44”11. 

Korir eguaglia il suo allenatore Paul Ereng, che vinse il titolo olimpico a Seul nel 1988. 

Il Kenya ha realizzato la prima doppietta olimpica sugli 800 metri dall’edizione del 1992 quando William Tanui vinse l’oro davanti a Nixon Kiprotich (nella gara in cui Andrea Benvenuti si piazzò al quinto posto). 

Oro ugandese di Chemutai 

La giovane ugandese Peruth Chemutai ha regalato una delle maggiori sorprese di questa Olimpiade vincendo i 3000 siepi in 9’01”45 davanti alla statunitense Courtney Frerichs (9’04”79) e alla keniana Hyvin Kyeng (9’05”39). Chemutai segue l’esempio della connazionale Dorcus Inzikuru, che vinse il titolo mondiale a Helsinki nel 2005.

Grande Sabbatini nelle semifinali dei 1500m 

Gaia Sabbatini ha corso una grande semifinale sui 1500 metri realizzando il miglior tempo italiano dal 1984 e il secondo crono nazionale di sempre con 4’02”25 nonostante un danneggiamento agli 800 metri. L’abruzzese ha demolito il record personale per poco meno di due secondi ma non è bastato per andare in fnale. In Italia ha fatto meglio soltanto la grande Gabriella Dorio con il record nazionale di 3’58”65 nel 1984, anno del titolo olimpico a Los Angeles.  La teramana aveva stabilito il precedente record personale di 4’04”23 al Golden Gala a Firenze. 

Super Kipyegon 

La campionessa olimpica Faith Kipyegon ha dominato la prima semifinale con un eccellente 3’56”40 trascinando sotto i 4 minuti l’etiope Freweny Gebreeziabeher (3’57”54), la canadese Gabriela Debues Stafford (3’58”03), Jessica Hull (3’58”81 primato australiano) e la giapponese Nozomi Tanaka (3’59”19). 

La campionessa olimpica dei 5000 metri Sifan Hassan ha vinto la seconda semifinale in 4’00”23 battendo la campionessa europea Laura Muir (4’00”73) e l’australiana Linen Hall (4’01”73)

Record del mondo di McLaughlin sui 400 ostacoli femminili

Dopo il record mondiale di Kastern Warholm sui 400 ostacoli è caduto un altro primato sempre sulla stessa distanza a livello femminile. La ventunenne statunitense Sydney McLaughlin ha vinto l’oro con un fenomenale 51”46 demolendo il suo record di 51”90 stabilito a fine Giugno ai Trials statunitensi. McLaughlin ha vinto in rimonta un testa a testa emozionante con Dalilah Muhammad sul rettilineo finale. Muhammad è scesa a sua volta sotto il precedente record mondiale con 51”58. Femke Bol ha vinto la medaglia di bronzo stabilendo il record europeo con 52”03. 

De Grasse re dei 200 metri 

André De Grasse ha vinto il suo primo oro olimpico sui 200 metri in 19”62 diventando l’ottavo di sempre. Cinque anni fa vinse l’argento sui 200m dietro a Usain Bolt. 

Lo statunitense Kenny Bednarek si è rivelato come il nome nuovo della stagione vincendo la medaglia d’argento con 19”68 davanti al campione del mondo Noah Lyles, bronzo con 19”74. Il fenomenale Erriyon Knighton (primatista mondiale under 20 con 19”84) si è piazzato quarto a 17 anni con 19”93 davanti al liberiano Joseph Fahnbulleh, che ha migliorato il record nazionale con 19”98 coronando una grande stagione che lo ha visto trionfare ai Campionati NCAA. 

Il polacco Wojciech Nowicki ha conquistato il primo oro olimpico della sua carriera  nel lancio del martello migliorando il record personale con 82.52m. Il norvegese Elvind Henriksen ha vinto a sorpresa la medaglia d’argento battendo il record nazionale con 81.58m battendo per cinque centimetri il quattro volte campione del mondo Pawel Fajdek. 

Il canadese Damian Warner guida dopo la prima giornata del decathlon con 4472 punti davanti al campione mondiale under 20 Ashleigh Moloney (4722 punti), Pierce LePage (4529 punti). Il primatista mondiale Kevin Mayer ha concluso la prima giornata con 4350punti. 

L’olandese Anouk Vetter è in testa dopo la prima giornata dell’eptathlon femminile con 3968 punti davanti alle belghe Noor Vidts (3941 punti) e Nafissatou Thiam (3921 punti) in una sorta di derby dei Paesi Bassi. 

Il primatista italiano Paolo Dal Molin è stato eliminato con il quarto posto nella prima semifinale in un buon 13”40. Il campione mondiale Grant Holloway ha fatto registrare il miglior crono delle tre semifinali con 13”13 dopo il 13”02 ottenuto in semifinale. 

La portacolori della Repubblica Dominicana Marilediy Paulino ha vinto la prima semifinale stabilendo il record nazionale con 49”38 trascinando altre tre atlete al di sotto dei 50 secondi: Candice McLeod (49”51), Roxana Gomez (49”71) e Quanera Hayes (49”81). 

La campionessa olimpica Shaunae Miller si è imposta nella seconda semifinale in 49”60 nonostante un infortunio precedendo la britannica Jodie Williams, che è scesa sotto i 50 secondi con 49”97 (quinto miglior tempo nazionale all-time). 

La giamaicana Stephanie Ann Mcherson ha migliorato il personale con 49”34 battendo Allyson Felix (49”89) nella terza semifinale. 


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