La maratoneta veneta, portacolori del CS Carabinieri di Bologna, sarà l’unica azzurra al via nella maratona olimpica di sabato mattina (mezzanotte di venerdì in Italia). Un percorso costato sacrifici, cambio di mentalità, coraggio. Ne abbiamo parlato col suo coach e nostro storico collaboratore, Giorgio Rondelli
Mezzanotte di venerdì davanti alla TV per noi appassionati di corsa. In quel momento, in Giappone saranno già le 7 del sabato mattina e a Sapporo partirà la maratona olimpica femminile. L’unica italiana in gara è Giovanna Epis, che dal 2017 è allenata da Giorgio Rondelli.
Che Epis sarà?
Ed è al nostro storico coach, collaboratore fisso di Correre, che nei giorni a ridosso dell’inizio dei Giochi avevamo chiesto, in sostanza, “Che Epis sarà” quella che vedremo al via della maratona olimpica di sabato 7 agosto?
«Ho fiducia che il lavoro svolto possa dare buoni frutti – ci ha detto Rondelli -. Giovanna ha lavorato duro, sia durante tutto l’anno sia, in particolare, nell’ultimo periodo in altura svolto a Livigno, dove spesso a farle compagnia negli allenamenti c’era Sara Galimberti. La cosa più importante, però, è che ha lavorato su una nuova consapevolezza delle proprie possibilità, che l’accompagna ormai da un anno.»
La nuova consapevolezza
Alla richiesta di maggiori chiarimenti su cosa si intenda per “nuova consapevolezza” di Giovanna Epis, Rondelli riavvolge il nastro a prima della pandemia: «Tra il 2019 e il 2020 non erano mancati buoni risultati, frutto di un lavoro continuo all’interno di una programmazione annuale: Giovanna è una che non si tira mai indietro, non ha paura di fare fatica e sa porsi obiettivi a lunga scadenza.»
Il lavoro, in effetti, stava funzionando: alla maratona di Rotterdam del 7 aprile 2019 la Epis si era migliorata ancora (2:29’11”) e nei campionati italiani del 2020 si era classificata seconda in mezza maratona e terza nei 10 km. «Ma è proprio da quei risultati ai campionati italiani che mi è sorto il sospetto che si stesse accontentando: quando un top runner capisce che può “andare di crociera” e ottenere sempre buoni risultati, arriva la routine e il rischio di non migliorare più è dietro l’angolo. Ho sentito il bisogno di parlarne con l’atleta e non è stato di certo un momento facile, né tantomeno “simpatico”. In questo ormai si sa come sono fatto» sorride Rondelli.

La svolta dell’autunno scorso
«Col senno di poi, però, quel confronto franco e onesto ci ha in qualche modo salvati. Due, in particolare, sono state le occasioni in cui ho avuto conferma che agonisticamente era nata una nuova Giovanna Epis: i Mondiali di mezza maratona e la maratona di Reggio Emilia.»
In quel 17 ottobre, infatti, nei Campionati mondiali di mezza maratona a Gdynia, in Polonia, Giovanna Epis si era classificata 36ª e prima delle italiane con l’allora primato personale di 1:11’14” …
«Più ancora del primato personale – riprende Rondelli – a confermarmi l’avvenuto cambiamento di mentalità fu proprio quel “prima delle italiane”: in gara c’era anche Valeria Straneo (40ª in 1:11’39”, ndr), che per Giovanna è una figura importante: è un’amica, l’ammira e la considera un punto di riferimento per quello che ha saputo fare nella corsa, giudizi su cui, peraltro, concordo pienamente. Il rischio che avvertivo, però, era che a livello inconsapevole si stesse creando come un rapporto di sudditanza. Ecco perché dico che da Gdynia Giovanna Epis “ha svoltato” ed è cominciato un crescendo che non si è più interrotto e al cui interno è incastonato un capolavoro: la maratona di Reggio Emilia, chiusa con una vittoria di grinta e il nuovo primato personale nonché pass definitivo per Tokyo: 2:28’03”. In allenamento ha trovato il coraggio di provare ritmi che temeva di non saper sostenere e a beneficiare di questo coraggio è stata soprattutto la mentalità. In questo Giovanna è diventata un po’ più “africana”, secondo la teoria di Renato Canova di cui parlo nel mio articolo su Correre di agosto»
«Quando mi chiedono com’è allenare la Epis, sottolineo che è facile lavorare con una professionista, una che in cinque anni non si è mai presentata in ritardo a un allenamento.»