In tribuna stampa (italiana) ci si è accorti, da ieri sera, che la nazionale turca sta mietendo successi su successi, lasciando le corazzate dell’Europa (leggi Germania, Francia, Inghilterra, Polonia) non diciamo al palo, ma staccate. Non dico tutti gli “inviati vil razza dannata” ma buona parte hanno deciso di cercare di capirne il perché.
Allora che siamo ad Amsterdam a fare? Diamo una controllata. Squadra maschile 23 elementi, 11 di questi sono stati naturalizzati e provengono da: Kenya 5, Giamaica 2, Azerbaigian 1, Cuba 1, Etiopia 1, Sudan 1. Nella formazione femminile forte di 10 atlete due sono keniane, due etiopi e una sudafricana. In totale su 33 atleti 16 sono nati fuori dalla Turchia, pari dunque al 50%.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche nella nazionale azzurra di Massimo Magnani il 25% sono stati naturalizzati, ma mentre nella nostra penisola per diventare italiani, occorre avere contratto matrimonio, avere qualche parente anche lontano, oppure aspettare una bella decina d’anni prima di vestire l’azzurro, gli esempi si sprecano: Fiona May, Libania Grenot per matrimonio, Daryia Derlach dopo 10 anni. In Turchia, invece, i cambi nazionalità sono facilitati, anzi vengono “acquistati”. Se poi andate a controllare il medagliere dopo la quarta giornata di gara (venerdì) la Turchia aveva in carniere 2 ori e 4 argenti, tra gli uomini, 1 oro e 1 bronzo tra le donne, totale 3 (ori) davanti a Gran Bretagna, Germania, Spagna e le bionde padrone di casa.
Capito come va il mondo globalizzato? A livello mondiale la nazione più “evoluta” in questo senso è il Barhein, lo vedremo tra non molto a Rio de Janeiro. Nel programma serale non lascia indifferente la doppietta della turca Jasemin Can (in realtà Vivian Jemutai, keniana, appunto…) nei 5000.
Nella prima giornata la Can aveva vinto i 10.000, poi le staffette azzurre con una buona 4×100 (uomini e donne finalisti), un’impertinente Folorunso nei 400hs e infine lo stupendo quinto posto della Santiusti (ex cubana, tanto per restare in tema) negli 800 in 2’00”53. I 1500 finali hanno visto il primo e il terzo posto dei fratelli Ingebrigtsen Filip, sul più noto Henirik.