Jacobs non c’è: 10”21 a Parigi

Jacobs non c’è: 10”21 a Parigi

10 Giugno, 2023

A Parigi Marcell Jacobs è apparso rigido ed è giunto settimo in 10”21 nei 100 metri vinti da Noah Lyles (9”97). Spettacolare bis di Faith Kipyegon: a una settimana dal record mondiale dei 1.500 metri a Firenze (2 giugno) ottiene anche quello dei 5.000 metri: 14’05”20. Cade anche il record del mondo dei 3.000 a siepi, corsi dall’etiope Lamecha Girma in 7’52”11. Squalificata la 4×100 azzurra.

Il debutto outdoor di Marcel Jacobs allo stadio Charlety di Parigi, quarta tappa della Diamond League, ha tolto il velo sulle difficoltà che sta vivendo il nostro campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100: è apparso rigido ed è giunto settimo in 10”21 nei 100 metri vinti dallo statunitense Noah Lyles in 9”97.

«Una gara del cavolo – ha commentato Jacobs al microfono RAI di Elisabetta Caporale -. Un tempo che non facevo da anni. Avete visto una smorfia sul mio viso perché mi stavano superando tutti: ero rigido, quasi un mese senza lavoro l’ho patito troppo. Ho sentito le gambe diventare non di legno, ma di cemento. Quello di cui avevo bisogno, però, era rientrare e questo è accaduto. Sono qui senza fastidi e fino a pochi giorni fa non era possibile. Ora mi attendono due settimane piene di lavoro prima della prossima gara. Una cosa è certa: a Parigi, alle Olimpiadi dell’anno prossimo, non voglio arrivarci come ci sono arrivato oggi.»

4×100 azzurra squalificata

La “serata no” della velocità italiana è completata dalla squalifica della 4×100 azzurra, venuta a Parigi con l’obiettivo di blindare la partecipazione ai Mondiali di Budapest: Lorenzo Patta, Marco Ricci, Fausto Desalu e Filippo Tortu chiudono al secondo posto in 38”33 ma vengono squalificati per cambio fuori settore tra Marco Ricci (in seconda frazione) e Fausto Desalu (in terza frazione). Tutto rimandato al 24 giugno a Chorzow (POL), agli Europei a squadre, ultima chance per staccare il biglietto per i Mondiali di Budapest. 

Tra gli azzurri, da segnalare il 71,21 m nel martello per Sara Fantini. Non brillano Roberta Bruni (4,46 m nell’asta), Daisy Osakue (59,14 m nel disco) ed Elena Vallortigara (1,79 m nell’alto). 

Foto: Francesca Grana

Kipyegon: due record del mondo in sette giorni

Spettacolare bis di Faith Kipyegon: a una settimana dal record mondiale dei 1.500 metri ottenuto a Firenze venerdì 2 giugno con 3’49”11, la keniana ottiene anche quello dei 5.000 metri: 14’05”20 in una specialità nella quale non si cimentava dal 2015. Un record del mondo tolto alla diretta avversaria della serata parigina, l’etiope Letensenbet Gidey (14’06”62 a Valencia 2020), che fino al quarto chilometro ha tirato la gara cercando di non arrivare all’ultimo giro a subire il finale di Kipyegon, che anticipa agli ultimi 700 metri la progressione che nei 1.500 metri di solito caratterizza il suo ultimo giro: Gidey dapprima resiste, ma nulla può contro un ultimo 400 metri coperto dalla keniana in 1’00”63.

Faith Kipyegon diventa così la prima donna a detenere contemporaneamente i record del mondo dei 1.500 e dei 5.000 metri da quando è riconosciuto ufficialmente quello dei 5.000 m (cioè dal 1981). In precedenza la doppietta era riuscita solo a Paola Pigni.

Girma: record del mondo dei 3.000 a siepi

Dopo diciannove anni cade il record del mondo dei 3.000 siepi, il 7:53.63 di Saif Saaeed Shaheen al meeting di Bruxelles nel 2004. L’etiope Lamecha Girma, già primatista mondiale dei 3.000 m indoor, chiude i 3.000 a siepi in 7’52”11. Ventidue anni, abbonato alla medaglia d’argento nelle gare che contano (Mondiali di Doha2019 ed Eugene 2022, Olimpidi di Tokyo, Mondiali indoor di Belgrado), scava subito un abisso tra sé e il resto della compagnia, di cui fa parte anche Osama Zoghlami, sedicesimo con 8’31”88.

Ingebrigtsen: record delle due miglia 

Nella serata show del mezzofondo, acuti anche dal norvegese Jakob Ingebrigtsen con la migliore prestazione all time delle due miglia (7’54”10) e dalla britannica Keely Hodgkinson, 1:55.77negli 800. World lead 2023 anche negli 800 per il keniano Emmanuel Wanyonyi (1:43.27) e nei 110hs per lo statunitense Grant Holloway (12.98/-0.5

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