Il Ministero della salute ha pubblicato le “raccomandazioni” con gli accertamenti aggiuntivi da richiedere agli atleti che sono guariti dal virus, al momento della visita per il rilascio o il rinnovo dell’idoneità alla pratica sportiva agonistica. Polmonite interstiziale e danno miocardico i rischi da tenere in considerazione.
“Nella valutazione degli atleti che sono guariti dalla malattia è indispensabile valutare le possibili conseguenze della stessa sui vari organi ed apparati, tenendo in considerazione anche gli effetti del decondizionamento.”
Con questa premessa, la Direzione generale della prevenzione sanitaria attiva presso il Ministero della Salute ha emanato in data 13 gennaio le “raccomandazioni” relative agli ulteriori accertamenti da svolgere quando lo sportivo che ha contratto il virus Covid-19 e ne è poi guarito si sottopone alla visita medica per il rilascio o il rinnovo del certificato d’idoneità alla pratica sportiva agonistica.
Polmoni e cuore: le “complicanze” da tenere sotto controllo
“Tra le complicanze maggiori e più frequenti – si legge nella circolare del Ministero della Salute – vi sono quadri di polmonite interstiziale con distress respiratorio acuto (ARDS). Tale grave condizione può comportare esiti permanenti a livello dell’apparato respiratorio tanto da compromettere in modo significativo la funzione sia sotto il profilo ventilatorio che degli scambi gassosi”.
“Altra possibile complicanza – si legge sempre nel documento – è rappresentata dal danno miocardico. In questo caso lo sviluppo di esiti a distanza di un processo acuto (miocardite) può rappresentare una limitazione alla funzione cardiaca sia sotto l’aspetto della funzione di pompa, sia per il potenziale rischio aritmico.”
Dopo aver suggerito “molta prudenza ed attenzione nel valutare nella sua globalità l’atleta guarito da Covid-19”, il testo passa a indicare come dovrebbe variare la valutazione di idoneità sportiva in base al livello di gravità della malattia.
Tre categorie di atleti guariti dal Covid-19
“Il medico valutatore, ai fini del primo rilascio o del rinnovo dell’idoneità sportiva ovvero nei casi di infezione da Sars-COV-19 sopraggiunta in corso di validità della certificazione, ai fini della ripresa dell’attività sportiva, dovrà distinguere gli atleti in:
A1 – Atleti che hanno presentato “infezione asintomatica o presintomatica” o “malattia lieve” e che comunque non siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o a terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da Sars-COV-2;
A2 – Atleti che hanno presentato “Malattia moderata” o che comunque siano ricorsi a ricovero ospedaliero e/o terapie antibiotiche, cortisoniche o epariniche a causa di infezione da Sars-COV-2;
A3 – Atleti che hanno presentato “Malattia severa” o “Malattia critica”.
Ulteriori accertamenti
In base all’appartenenza a una di queste categorie, nelle raccomandazioni vengono indicate le valutazioni aggiuntive con cui integrare l’abituale protocollo di rilascio dell’idoneità all’attività sportiva agonistica.
Nei gruppi “A2” e “A3”, ad esempio, “A giudizio del medico valutatore la visita medica potrà essere integrata con Diagnostica per immagini polmonare e Diffusione alveolo-capillare”, esami che “vanno eseguiti non prima comunque che siano trascorsi 30 giorni dall’avvenuta guarigione da Sars-Cov-19 accertata secondo la normativa vigente”. Sempre secondo il testo ministeriale è “facoltà del medico valutatore richiedere ulteriori accertamenti… (omissis) qualora ne ravvisi la necessità”.
In caso di infezione a idoneità già ottenuta: certificato e attestazione di “Ritorno all’attività”
In caso di sopraggiunta infezione da Sars-CoV-2 con certificazione in corso di validità, all’atleta che, una volta guarito, si sottopone alla visita di rinnovo dell’idoneità, il medico valutatore rilascerà anche l’attestazione di “Ritorno all’attività” “(da conservare in copia nella scheda valutativa dell’atleta).