La corsa ci rende liberi e ci libera da tutti i mali. Aiuta l’anima a sopravvivere alle piccole e grandi angustie che la attanagliano, a un quotidiano a volte faticoso, a un futuro di punti interrogativi senza risposta.
Correre ci fa sognare nuovi percorsi, ci porta in una dimensione diversa, più naturale, in sintonia con quello che vorremmo essere. Il rito della corsa è fatto di piccoli gesti che consumiamo quotidianamente. sempre uguali, che ci rassicurano. Chi si allaccia cento volte le scarpe, chi mette a posto la maglietta, chi ripete come un mantra le stesse parole. Il momento della corsa vorremmo fermarlo per sempre, anche se c’è un prima e un dopo.
Guarire un po’ ogni giorno
Tutto questo ci fa stare bene, ci guarisce dalle incomprensioni. Siamo nel nostro mondo fatto di ore sudate, di tempi da rincorrere, programmi da rispettare, obiettivi da raggiungere, anche se il vero obiettivo è correre ancora.
Correre ci guarisce dal capoufficio che non abbiamo scelto, da un amore finito, anestetizza il cuore almeno per un po’. Ci fa sopportare quelli che non capiscono e quelli che non capiremmo mai, quelli che non vorremmo vedere e che sono troppo vicini. Molte volte, nel gesto ripetitivo, ossessivo, della corsa troviamo una risposta che diventa la risposta. il pensiero che non pensavamo di avere e invece era lì, in cima alla salita.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Sentirsi liberi”, di Giuseppe Tamburino, pubblicato su Correre n. 393, luglio 2017 , alle pagine 25-26