Il presente, il passato e il futuro del lancio del martello femminile in Italia, nelle parole di tre protagoniste: Ester Balassini e Sara Fantini con Marinella Vaccari, coach di entrambe
Come un fiume che va verso il mare anche il running sfocia nell’atletica, dove ci piace spaziare nella ricchezza di persone e sfide di cui sono ricche le discipline, che ogni estate non mancano mai di calamitare il grande pubblico a seguire i Giochi olimpici o i Campionati mondiali o europei.
Nella puntata di giugno di “Missione 2022” (nostra rubrica fissa di atletica, ndr) l’obiettivo e la penna di Francesca Grana hanno fatto scalo nella pedana del martello del Centro Sportivo Carabinieri, a Bologna, per incontrare tre protagoniste della gara solo apparentemente meno femminile dell’atletica: Ester Balassini, pioniera della specialità, Sara Fantini, attuale numero uno italiana, e Marinella Vaccari, coach di entrambe.
Il più femminile dei lanci
«Prima degli anni ’90 le donne il martello non lo lanciavano, e pensare che invece è il lancio più femminile perché si basa su ritmo, armonia e forza veloce. Non ci sono più i lanciatori ciccioni di una volta, oggi sono più simili ai velocisti» spiega Marinella Vaccari, allenatrice dal 1972, 54 titoli italiani in curriculum, cresciuta nel CUS Bologna e oggi braccio destro del gruppo sportivo Carabinieri.
Due atlete diversissime
«Ester era più forte, ma Sara è un’agonista. A Ester dovevo dirlo io di mangiarsi le avversarie, perché era stata educata a essere fin troppo umile e rispettosa. Sara è più sicura di sé, e ci vuole, perché quando entri in gabbia devi dare il meglio.»
Chi leggerà il servizio su questo “trio del martello” troverà un’altra dichiarazione “profetica” di coach Vaccari: «Per Sara il record è solo questione di tempo, già lo scorso inverno ci è arrivata vicina…»
Ebbene: a numero di giugno già in stampa, sabato 28 maggio Sara Fantini ha stabilito a Lucca il record italiano con 74,38 m, superando dopo 17 anni il 73,59 m realizzato da Ester Balassini a Bressanone nel 2005.
Come per la copertina di questo numero, dedicata a Eleonora Corradini, che poi ha vinto la 100 km del Passatore, anche con il servizio “Le tre età del martello” Correre ha portato fortuna o, più probabilmente, ha dimostrato di “essere sul pezzo”!