Passione: la corsa, la maratona in particolare. Professione: giornalista, vicecaporedattore del servizio Economia del quotidiano La Repubblica. Questo è Marco Patucchi (nella foto), cinquantacinque anni, romano.
Passione e professione, ora e di nuovo, per Marco si fondono in un libro.
Dopo l’ottimo riscontro di “Maratoneti” (Baldini&Castoldi Dalai, 2010), infatti, Marco prosegue a setacciare e ricostruire vicende, umane prima ancora che sportive, con “Popoli in corsa” (Edizioni Correre), storie di chi correndo ha lasciato un segno nel mondo. Ritratti in poche pennellate che fissano il gesto sportivo rivelando l’uomo che sta dentro, dietro e oltre il corridore. Campioni all’altezza della sfida più difficile, l’addio alle gare, come Haile Gebrselassie e Paula Radcliffe, o che eccellono nonostante una vita non facile, come Zola Budd o Kip Keino, patriarca dell’inarrestabile marea dei corridori africani a caccia dell’utopia della maratona sotto le due ore. Poi la forza della normalità di Giorgio Calcaterra e Yuki Kawauchi, o l’incrocio di destini che porta un Marco Pantani in allenamento ad affiancare Fabian Roncero in testa nella maratona di Carpi.
E vicende di podisti “sommersi” o “salvati” in quest’epoca di guerre e recessione: gli atleti in fuga sui barconi della disperazione e le prime donne runner in Afghanistan.
Storie di corridori, ma anche di corse: la New York dell’uragano Sandy; la Boston degli attentati e quella della rinascita; il sogno della Baghdad Marathon.
Sessanta storie tratte dagli ultimi quattro anni della rubrica “Mappe”, che Marco Patucchi scrive su Repubblica Sera (l’edizione serale e digitale del quotidiano La Repubblica).
Su Correre di aprile trovate l’intervista all’autore, a cura di Chiara Collivignarelli.