“Il termine master identifica, in una relazione di tipo Bdsm ovvero nell’ambito di pratiche sessuali rientranti nel bondage, dominazione, sadomaso e fetish, la persona di sesso maschile che svolge la funzione di dominante, detto anche padrone o dom nella terminologia inglese e internazionale. L’appellativo dom è comunemente utilizzato indistintamente da tutti i sottomessi, mentre l’appellativo padrone o master dal sottomesso/a di riferimento. In quanto tale, il termine è usualmente scritto con l’iniziale maiuscola, come per l’equivalente femminile mistress.”
La premessa ardita è opera di Saverio Fattori che con un pizzico di ironia nel numero di Correre di luglio, dopo aver inserito il termine master nei motori di ricerca ed aver ottenuto tale primo responso, passa ad esplorare il mondo dell’atletica leggera dai 35 anni in su citando Carl Lewis che salta 8,50 m, appunto a 35 anni, Marlene Ottey, la giamaicana, la più forte perdente di tutti i tempi si intestardisce sulle piste, si attarda, e con la maglia della Slovenia corre i 100 m in 11”67 a 50 anni.
Nel nostro piccolo tutti i maratoneti più forti in Italia, escludendo Meucci, sono ben oltre la soglia dei 35, a livello femminile basta citare Valeria Straneo e i discorsi sono chiusi, va pure ricordato che Christelle Daunay, la francese che vinse gli Europei di Zurigo, appunto su Valeria, è una quarantenne.
Molti fondisti e mezzofondisti africani interrompono la carriera giunti all’acme, ma che succederebbe se la marea di atleti capaci oggi di correre la maratona sotto le 2:08’ continuassero l’attività? Un over quaranta da 2:05’ sarebbe fantascienza?
Il dibattito è aperto. Voi cosa ne pensate?