In attesa di sporcarci ancora con il fango (traduzione la Coppa Campioni di specialità il 1° febbraio e una settimana dopo la Cinque Mulini) un rapido excursus si può fare sulle gare al coperto, le cosiddette indoor.
Quelli che un tempo erano chiamati i topi di sala, cioè personaggi che amavano correre, saltare e lanciare sotto tetto, al riparo dagli elementi atmosferici, in completa assenza di vento, su piste corte che misurano, quelle regolari, 200 metri.
In Italia per anni si è vissuto sul Palazzo dello Sport di Milano, crollato miseramente sotto il peso della neve dopo la famosa nevicata del gennaio 1985. Prima ancora e per parecchio tempo le gare al coperto si sono allestite nell’impianto genovese di Palafiera, bello, grande accogliente.
Poi per anni il buio, finché dalle ceneri è spuntata la struttura di Ancona, strausata nel corso degli ultimi anni da gennaio a tutto marzo, con gare ogni settimana. E’ così che si fa! Un stadietto quanto mai accogliente, moderno, per poter gestite qualsivoglia gara nazionale.
Esistono anche altri impianti indoor, magari non in grado di poter ospitare prove a livello internazionale o nazionale, ma servono come centri per permettere agli atleti di allenarsi.
Quest’anno la terza settimana di febbraio i campionati italiani si disputeranno a Padova, un’altra struttura al coperto che rinasce dopo qualche tempo. In conclusione qualche impianto c’è nella nostra penisola, pertanto per una volta evitiamo di cospargerci il capo di cenere e lamentarci.
Si scrive ciò poiché molti azzurri hanno sempre denunciato di non avere adeguati luoghi per allenarsi durante l’inverno. Uno di questi, Marco Fassinotti, torinese, nel 2013 ha preso armi e bagagli e si è trasferito a Birmingham, alla corte di Fuzz Ahmed, tecnico britannico di origini pakistane, che ha forgiato un personaggio come Robbie Grabarz.
Il 26 enne piemontese sosteneva che a Torino era impossibile o quasi allenarsi da novembre a marzo.
Trascorsi quasi due anni l’esile ragazzo proveniente dal Cus Torino può dirsi soddisfatto del suo esilio.
Lo scorso anno ad Ancona ha valicato l’asticella a 2,34, il medesimo risultato l’ha ottenuto lo scorso week end in una palestra di Hustopece (Rep. Ceca) nel corso del Moravian High Jump Tour, una serie di gare di salto in alto nell’Europa dell’Est.
Lodevole iniziativa che ha coinvolto anche Alessia Trost capace di vincere con la misura di 1,96 e battere la campionessa d’Europa all’aperto e al coperto la spagnola Ruth Beitia.
Un fine settimana che per le gare indoor è stato quanto mai entusiasmante visto che Renaud Lavillenie ha valicato a Rouen l’asticella a 6,00 per l’ottava volta in carriera. Lavillenie che lo scorso anno si è arrampicato sino a 6,16 (meglio dello zar Serghey Bubka). Tutti elementi che lanciano gli Europei indoor di Praga che si disputeranno del 5 al 9 marzo.