Con il primato italiano indoor (22,06 m), Zane Weir conquista la centesima medaglia azzurra nella rassegna continentale al coperto. Nei 3.000 m è quarta Nadia Battocletti (8’44”96) e nona Ludovica Cavalli (8’53”97). Pietro Arese è quinto nei 1.500 m (3’38”91), sesto nel triplo Tobia Bocchi (16,39 m), ottava Sveva Gerevini con 4.363 punti nel pentathon che ha registrato il record mondiale della belga Nafissatou Thiam (5.055 p.). Nell’alto si qualificano per la finale Marco Fassinotti e Christian Falocchi, entrambi a 2,19 m.
L’Italia raggiunge “quota cento” a metà pomeriggio di venerdì 3 marzo, quando Zane Weir, al quinto lancio, scaglia il peso a 22,06 m, stabilendo anche il primato italiano indoor (già migliorato nel corso della stessa finale con 21,89). La sua, infatti, è la centesima medaglia azzurra nella storia dei Campionati europei indoor.
Le suggestioni non sono finite: l’ultimo italiano a conquistare questa medaglia, cioè l’oro nel getto del peso ai Campionati europei indoor, era stato l’allenatore dello stesso Weir, Paolo Dal Soglio, in quel 1996 in cui sarebbe poi finito quarto per un solo centimetro ai Giochi olimpici di Atlanta.
Ancora: con 22.06 m Weir diventa il secondo italiano di sempre a superare la barriera dei 22 metri. Sopra di lui solo Alessandro Andrei, che arrivò fino a 22,91 m, misura che in quel 1987 rappresentava il record del mondo.
Una gara avvincente, quella del peso maschile di Istambul 2023, animata dal continuo botta e risposta tra l’azzurro di origine sudafricana e il campione uscente, il ceco Tomas Stanek, che al secondo lancio era balzato provvisoriamente in testa di un centimetro con 21,90 m prima di doversi accontentare dell’argento, mentre il bronzo se lo aggiudica l’ucraino Roman Kokoshko a 21,84 m. Peccato per la finale senza misure (sei nulli) di Leonardo Fabbri, il cui “ritorno”, come quello di Weir (fermo nell’estate 2022 per un infortunio alla mano), aveva caratterizzato la stagione in sala che con questa rassegna continentale si conclude.
Quali scarpe per Jacobs?
La giornata era stata all’inizio movimentata da Marcell Jacobs, fotografato in allenamento con ai piedi un paio di scarpe chiodate della Nike, quando invece, da un mese (2 febbraio), il bi-campione olimpico è sotto contratto con la Puma. Sentita dal Corriere della Sera, l’azienda tedesca ha precisato che “l’accordo con Jacobs è di preparare le sue scarpe per la stagione all’aperto, e che nel frattempo l’atleta veniva lasciato libero di gareggiare con le scarpe che preferiva”.
(Daniele Menarini)
Le altre finali degli azzurri
(Diego Sampaolo)
3.000 m: Battocletti quarta – Nadia Battocletti ci ha provato, ma la fuga quasi ciclistica innestata a metà gara da Kostanze Klosterhalfen, seguita dalla connazionale tedesca Hanna Klein e dalla britannica Melissa Courtney-Bryant, risulterà alla fine determinante. Sarà la Klein a superare nell’ultimo giro la compagna di nazionale, che aveva cercato in ogni modo di sfiancare sul ritmo le compagne di fuga. Terza, staccata, la Courtney-Bryant, che negli ultimi giri aveva dato l’impressione di essere sul punto di crollare, il che avrebbe riacceso la bagarre per il bronzo nel gruppo della Battocletti. L’azzurra è rimasta tra le più attive delle inseguitrici e ha viaggiato nelle prime posizioni del gruppo trainato dall’olandese Maureen Koster (poi sesta al traguardo in 8’47”17) per terminare quarta in 8’44”96 a quasi quattro secondi dal podio, non lontana dal suo record italiano di 8’41”72 e davanti alla britannica Hannah Nuttall (8’46”30). Nona Ludovica Cavalli in 8’53”97.